Ogni disco ha un difetto,oddio non proprio tutti,e in questo caso si tratta della copertina,che è davvero orripilante.
Per il resto questo album è davvero bello,nove pezzi di vivo e sincero rock’n’roll,nulla di nuovo certo,ma un gran bel suono pieno,perfetto mix di potenza e melodia,in poche parole quello che ho voglia di ascoltare.
Anche la produzione è davvero riuscita,al contrario di tante troppo laccate e finte,in questo caso si è scelto una buona via di mezzo fra il “grezzume” e l’accuratezza ,ottenendo un risultato molto soddisfacente,e mi piace pensare che in tutto ciò ci sia il decisivo zampino della band.
Due pezzi si stagliano sugli altri:”Artichokes,che ricorda il suono hard-punk dei primi Queens of the stone age (quelli che valeva la pena di ascoltare) e “Pink shark” ricca di richiami ai migliori Kyuss.
ma anche gli altri sette pezzi sono degni di grande considerazione sempre in bilico fra un suono felicemente passatista e slanci di grintosa modernità.
Un plauso convinto a questo terzetto,uno dei migliori gruppi del genere che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi.