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Recensione : Lower Than Atlantis – Safe In Sound

Impeccabilità è la parola d'ordine, l'ascoltatore più distratto potrà notare la cura del sound e degli arrangiamenti. Gli Inglesi Mike Deuce, Ben Sansom, Eddy Thrower e Declan Hart insieme sono un conglomerato di puro rock, come gli ormai conosciutissimi Biffy Clyro e Foo Fighters. Parliamo dei Lower Than Atlantis che arrivano in questo 2017 dopo anni di dischi (ben 4 alle spalle) e concerti presentando Safe in Sound, in assoluto il loro album meglio riuscito e meglio maturato.

Impeccabilità è la parola d’ordine, l’ascoltatore più distratto potrà notare la cura del sound e degli arrangiamenti. Gli Inglesi Mike Deuce, Ben Sansom, Eddy Thrower e Declan Hart insieme sono un conglomerato di puro rock, come gli ormai conosciutissimi Biffy Clyro e Foo Fighters.

Parliamo dei Lower Than Atlantis che arrivano in questo 2017 dopo anni di dischi (ben 4 alle spalle) e concerti presentando Safe in Sound, in assoluto il loro album meglio riuscito e meglio maturato.

Conosciutissimi nella loro Great Britain, ma sempre più spesso come un virus, stanno contaminando il vecchio e nuovo continente per arrivare fino a quello del sol levante.

Questi 4 ragazzi prendono una massa ferrea e, una volta scaldata, la modellano, la lavorano, gettano il tutto in acqua e una volta raffreddata ne esce un bel motore dal nome Safe in Sound; montato su una scocca modello Lower Than Atlantis, il 3 febbraio si è presentato in griglia di partenza con ai box i meccanici della Easy Life Records ad assisterli.

Partenza in pole position con Had Enough, subito dai primi secondi cattura l’attenzione e porta a muovere la testa su e giù, capiamo immediatamente che quello che andremo ad ascoltare sarà un disco rock ma con qualcosa di diverso.
Un timido palmute, basso e batteria quasi funky per Dumb, ritornelli più distesi e presenza vocale molto ben curata (come in tutto l’album), uno dei brani più belli del disco.

Altro bel brano che tiene alto il ritmo della prima parte di Safe in Sound è Long Time Coming.

Come per tutte le auto da corsa, oltre che ammirarne le prestazioni se ne apprezza anche la bellezza estetica, infatti con Boomerang brano più Pop si intravede l’aspetto più vanitoso della band, e senza troppa modestia si sfoggia l’eleganza musicale. I Lower Than Atlantis ci tengono a far sentire il rombo del motore con Work For It, sonorità tipicamente Rock con distorsioni più calzate e ritmiche che si sposano alla grande. Could Be Worse è l’obbligatoria sosta ai box, tenendo il motore acceso si fa una piccola pausa per rifornirsi e ripartire alla grande con I Would, un vero e proprio brano Alternative Rock che gli amanti del genere apprezzeranno sicuramente.

Money è un crescendo altalenante di suoni un po’ più sintetici miscelati alle sonorità classiche del genere.
I Don’t Want To Be Here Anymore brano molto emozionale, la malinconia e la rassegnazione di chi pensa di aver sbagliato tutto e pensa di andarsene forse per sempre.

Nel finale A Night To Forget, indicata per arrivare trionfanti al traguardo anche se ci si aspettava una chiusura di gara più significativa e più spettacolare.

Insomma stappate lo champagne, lanciate coriandoli per questa band a cui la fama non è di certo stata regalata, ma l’hanno conquistata a suon di sorpassi e chilometri macinati non solo metaforicamente parlando. I Lower Than Atlantis con questo lavoro conquisteranno sicuramente un posto importante nel rock contemporaneo.

TRACKLIST
1. Had Enough
2. Dumb
3. Long Time Coming
4. Boomerang
5. Work for It
6. Could Be Worse
7. I Would
8. Money
9. I Don’t Want to Be Here Anymore
10. A Night to Forget

LINE-UP
Mike Deuce
Ben Sansom
Eddy Thrower
Declan Hart

URL Facebook
http://it-it.facebook.com/lowerthanatlantis/

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