Oggi che i notiziari di Sky sport 24 trasmettono anche da noi aggiornamenti minuto per minuto della Premier, Liga spagnola e persino della Bundesliga è quasi scontato avere una seconda squadra del cuore in quasi ogni altro campionato del pianeta o essere sempre aggiornati sugli scontri prima e dopo Boca Juniors – River Plate.
Se scegliere per chi tifare in Italia, però, non è quasi mai una decisione totalmente libera dai condizionamenti di famiglia, scuola, quartiere o campanile, avvicinarsi ad una fede calcistica che travalica i nostri confini è un percorso che a volte può avere un briciolo di lucidità in più e qualche contraddizione in meno. Anche se, come dimostra Lontano da Highbury, la sofferenza è sempre triplicata.
Sarà che anche noi abbiamo una profondo legame con la squadra di Arsène Wenger, e che seguiamo spesso e volentieri i consigli musicali di Luca Frazzi, ma calarci in questo diario dell’indimenticata stagione bianco-rossa del 2001-2002 è stato un viaggio pieno di ricordi e soddisfazioni, tanto più che la storia dell’amore ricambiato per l’Arsenal del collaboratore di Rumore, si incrocia spesso con quello di un’annata ricca di gloria anche della nostra As Roma.
In Inghilterra ci sono tante grandissime squadre e una marea di tifoserie che hanno fatto la storia del calcio, ma la passione per i Gunners ci sembra ancora oggi una delle più indicate, pur non avendo mai letto Febbre a 90°.
Il Sunderland starebbe dalla parte giusta, ma poi ha scelto Di Canio, lo United è una specie di Juve, la Red and White kops è la muraglia umana più affascinante del mondo, ma abbiamo dovuta cancellarla dalla memoria dopo l’84.
Negli anni ’80 tutti avevamo una fissa per i colori dell’Aston Villa, ma quello è un team che riesce a vincere addirittura meno della Lazio.
Il Chelsea con Roman Arkad’evič Abramovič ha definitivamente rovinato questo sport, il City è giusto per gli Oasis e il Millwall sta troppo indietro nella classifica di destra.
Aspettando il libro definitivo sul West Ham, Lontano da Highbury è la storia giusta per raccontare una passione che non ha niente a che vedere con la sportività, ma che è invischiata lo stesso in mille codici di scaramanzie, riti e regole di comportamento. Tanto più se l’amore è vissuto a migliaia di chilometri di distanza.
In questo libro Frazzi, a parte qualche breve accenno a Hellacopters, Boomtown Rats, il vecchio Taun Arci di Fidenza e il grande sodale Maurizio Blatto, non si sbottona molto sulle sue attività musicali.
Il suo seguire in totale solitudine la squadra ha molte affinità con l’esperienza di chi si trova a seguire concerti di gruppi totalmente sconosciuti in condizioni di emarginazione sociale.
Seguire le partite su Soccernet deve esser stato frustante come provare a tenersi aggiornati sulla formazione dei Black Flag via ‘zine nei primi anni ottanta.
Per i motivi che dicevamo prima e anche per un pò d’indivia, visto che la Premier ormai surclassa in tutto e per tutto la Serie A, eravamo del tutto intenzionati a mollare il nostro interesse per il calcio inglese.
Libri come questo, “Voglio la testa di Ryan Giggs” o “Red or Dead” tengono viva la passione e sono l’ennesima riprova che in questo sport, come nel punk, saremo sempre un passo indietro al paese dei Clash.
2 risposte
ciao luca
ci conosciamo sono lorenzo ho un banchetti di dischi e ci siamo visti anni fa al festival beat
non riesco a trovare un contatto valido di francesca organizzatrice degli stand.
volevo partecipare
me lo puoi mandare tu per caso?
grazie
ciao sono simone di iyezine. chiedi lui https://www.facebook.com/gianni.nerini.
Ciao!