iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Mad Dogs – We Are Ready To Testify

Saranno le innumerevoli recensioni, saranno gli anni che passano inesorabili, sarà quel che sarà, ma trovo naturale (forse patologico) che tenda a ripetere concetti e parole già usate molteplici volte in precedenza.

mad dogs
mad dogs

Saranno le innumerevoli recensioni, saranno gli anni che passano inesorabili, sarà quel che sarà, ma trovo naturale (forse patologico) che tenda a ripetere concetti e parole già usate molteplici volte in precedenza.

Fra questi uno mi è particolarmente caro ed è quello che per fare rock’n’roll ci voglia le physique du role, la faccia, la postura, l’abbigliamento, l’immagine. Chiaro a ciò vanno unite idee energia ed attitudine ma se si hanno visi e modi da impiegati del catasto, tranne che in rarissimi casi, suonare high energy music non è cosa per voi. Bene i Mad Dogs questi requisiti li hanno ed a tutto ciò aggiungono al loro disco una copertina che la dice assai lunga su quello che vogliono condividere con questo mondo sordo, cieco ed insensibile.

Il loro sound ne sa dell’Australia della quale mi sono innamorato da adolescente (New Christs, Lime Spiders, Celibate Rifles) ma anche di A-10, Birdhouse, Seers e Birdland insomma è roccioso ed eccitante, quello che le mie orecchie bramano da circa trent’anni a questa parte. Dentro a We Are Ready to Testify trovate il torrido grande sole nero degli X di No Regrets, il suono alla Radio Birdman di Take the Time, la bomba di energia grezza di Hard Fight (il mio pezzo preferito del lotto), l’hard-rock nella sua accezione più virtuosa del pezzo che da il titolo all’album fino alla deriva dolcemente amara e malinconica della conclusiva Postcard from Nowhere.

Anche quando la band rallenta i giri del motore come in What Do You Say? e Ben’s Legacy il livello di parossismo e di evocativa drammaticità resta ben oltre i livelli di guardia. Guardate che sto captando in vostri pensieri in questo momento; pensate che vi stia parlando del solito disco di derivazione MC5/Stooges/Radio Birdman sentito e risentito. Ebbene fate una bella cosa: prendete tutti i vostri dischi fatti da cantautori barbuti e trendy (ne esistono ancora?) buttateli nel cesso e mettete sul piatto i Mad Dogs, scoprirete che è esattamente ciò di cui avete disperatamente bisogno.

Per chi scrive disco rock’n’roll italiano dell’anno, e non è che da altri lidi ci sia giunto molto di meglio.

Track List
1) Leave Your Mark on What You Do, 2) No Regrets, 3) Not Waiting, 4) Take the Time, 5) What Do You Say?, 6) Hard Fight, 7) Ben’s Legacy, 8) I Believe in Rock’n’roll, 9) We Are Ready to Testify, 10) Postcard from Nowhere

Account Instagram Autore (band o scrittore) (cercare su google “nome della band o dello scrittore) con a fianco instagram “simone instagram” copiare qui sotto il @simone
Maddogsband

Account Instagram Etichetta (etichetta o casa editrice) (cercare su google “etichetta) con a fianco instagram “etichetta instagram” copiare qui sotto il @simone
Godownrecords

Account Twitter Autore (band o scrittore) (cercare su google “nome della band o dello scrittore) con a fianco instagram “simone instagram” copiare qui sotto il @simone
maddogsband

Account Twitter Etichetta (etichetta o casa editrice) (cercare su google “etichetta) con a fianco instagram “etichetta instagram” copiare qui sotto il @simone
godownrecords

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

The Queen Is Dead Volume 129 – Reese, Zed & Dalia Nera, Deep Valley Blues.

Come capita sempre più spesso, non per nazionalismo ma perché in Italia nell’underground ci sono ottime cose, in questa puntata ci sono tre gruppi italiani : si parte con i vicentini Reese e il loro post hardcore misto ad emo, seguono i siciliani Zed & Dalia Nera che sono un gradito ritorno, e chiude l’heavy blues maledetto dei calabresi Deep Valley Blues.