Titolo: Madre
Regia: Bong Joon-Ho
Produzione: Corea del Sud
Anno: 2009
Una donna sola vive totalmente in funzione del figlio, un ragazzo problematico, senza lavoro e non pienamente autosufficiente. Un giorno il giovane viene accusato dell’omicidio di una ragazza. La madre fa di tutto per provare a scagionarlo.
Un film su:
• la caparbietà;
• l’istinto materno;
• la disabilità;
• il rifiuto e la rimozione della verità (che non sempre riesce);
• la povertà;
• la violenza delle parole e la crudeltà dell’essere umano;
• l’impunità;
• la rabbia di classe e la vendetta.
Da vedere perché il regista coreano ci mette di fronte a un ambiguo ritratto di signora di cui mai sapremo il nome, a una polizia pigra, opportunista e disinteressata alla verità e ci affida ad avvocati venali e incompetenti.
Il film è un’attenta descrizione dell’animo umano nei suoi lati più nascosti: fino a che punto può spingersi il legame tra madre e figlio? Siamo noi che decidiamo quali ricordi tenere e quali seppellire nelle pieghe della memoria?
Arrivato nelle nostre sale con dodici anni di ritardo, il film ci incanta subito con la bellissima scena di apertura: un ballo straniante, stranito e in qualche modo straziante della madre in un precario equilibrio tra comico e drammatico.
Dedicato a chi ama i film cupi e politicamente scorretti.
Madre di Bong Joon-Ho
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