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Recensione : Mamasuya & Johannes Faber – Mexican Standoff

Un disco più che valido per una band che non mi stupirei di trovare un giorno tra le fila della Rare Noise Records

I Mamasuya, formazione piemontese composta da Nicola Bruno, Matteo Carboncini e Stefano Resca, ritornano, a distanza di quattro anni dall’omonimo disco di debutto, con i dieci brani di Mexican Standoff, album suonato in compagnia del noto trombettista tedesco Johannes Faber. Il nuovo lavoro, quasi completamente strumentale e giocato su sonorità in bilico fra rock, jazz e psichedelia, tiene con il fiato sospeso per tutta la sua durata, non concedendosi mai momenti morti o cali qualitativi.

Il rock/blues caldo e intenso dell’iniziale The Driver, vivace e corposo, trascina con i suoi intriganti riff di chitarra (e il suo procedere denso e avvolgente), mentre Brain Rain, raffinata e pacata, accarezza lievemente con la sua tromba sognante, adagiata su morbidi tappeti sonori.
Mexican Standoff, invece, rapendo completamente con i suoi undici minuti abbondanti di durata, ci catapulta sul confine Messico/USA, lasciando, con il fiato sospeso, in attesa del sound, apparentemente più sereno e rassicurante, di A Frog In The Fog (lento evolvere in desertiche distese dal vago sapore psichedelico).
In quinta posizione, il desolato e arido stagliarsi di Sakura (canzone tradizionale giapponese), fatto di basso, tromba solitaria e scure percussioni, si contrappone al vivace e florido squillare di Pussy Trap e allo spirito western della morriconiana El Pueblo.
Ley De Fuga, infine, unico brano dove compare in maniera chiara anche la voce, corre via con il suo rock/blues impazzito e incontenibile, lasciando che a chiudere siano il delicato accarezzare della solare Amore Mio e l’inspessirsi, a momenti alterni, della gustosa e corposa The Pond/Ducks.

Il nuovo disco dei Mamasuya, grazie anche al merito di Johannes Faber, risulta decisamente interessante e convincente. Forse vi potreste lamentare dell’ampio minutaggio e del rischio di non riuscire a digerirlo tutto in una volta, ma vi assicuro che se vi armerete della giusta dose di curiosità e di un’adeguata passione per la musica, i dieci brani scorreranno via senza che nemmeno ve ne accorgiate. Un disco più che valido per una band che non mi stupirei di trovare un giorno tra le fila della Rare Noise Records.

TRACKLIST
01. The Driver
02. Brain Rain
03. Mexican Standoff
04. A Frog In The Fog
05. Sakura
06. Pussy Trap
07. El Pueblo
08. Ley De Fuga
09. Amore Mio
10. The Pond/Ducks

LINE-UP
Nicola Bruno
Matteo Carboncini
Johannes Faber
Stefano Resca

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