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Recensione : Mandela – Mandela

Forse la definizione migliore è fusion, che mai come in questo caso è un passaporto verso la liberta compositiva più che uno steccato di genere.

Liberatevi delle etichette, dei generi e sottogeneri, della geografia e della spazalità, godetevi fino in fondo la musica.

Ecco, questo potrebbe essere il messaggio che ci passano i Mandela, liberi come fu Nelson Mandela, poiché anche in carcere Madiba era libero.
I Mandela coprono uno spettro davvero ampio della musica jazz, andando dall’improvvisazione al progressive, con inserti etnici; è davvero impresa ardua descrivere quanto e cosa suonano i Mandela, nati nel 2010 come gruppo d’improvvisazione, jam e via.
Forse la definizione migliore è fusion, che mai come in questo caso è un passaporto verso la libertà compositiva più che uno steccato di genere.
Questo primo album omonimo, presentato nel maggio 2013 a Vicenza nell’ambito del festival jazz è un multi album, poiché le tappe di questo viaggio sono moltissime: la tecnica dei musicisti coinvolti è ottima, il livello sale costantemente e non si sente affatto la mancanza di una voce, anzi forse quest’ultima rovinerebbe tutto.
Nel prosieguo di ogni canzone si schiudono nuovi mondi, si parte per nuovi porti levando l’ancora da dolci terre; sono molto presenti anche dei momenti etnici, a confermare ancora di più la necessità di travalicare i confini.
Un album con mille sorprese, contattateli per comprarlo, o ancora meglio, compratelo dopo un loro concerto.

Tracklist:
1. Good morning Mr. Prs
2. Simple
3. In search of Teemu
4. The flow
5. Freebet
6. Drop the king
7. Etnography

Line-up
Matteo Scalchi – chitarra
Marco Billo – tastiere
Sean Lucariello – tromba
Elia Gamba – piano, tastiere
Diego Di Carlo – basso
Edoardo Maggiolo – batteria

MANDELA – Facebook

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