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Recensione : The Marigold – Kanaval

Un album dalle atmosfere nere che riesce a coinvolgere e affascinare per tutta la sua durata. Un ritorno decisamente convincente

A due anni di distanza dalla loro ultima pubblicazione (“Let The Sun Ep”, 2012) i The Marigold (Marco Campitelli, Stefano Micolucci, Giovanni Lanci) ritornano con Kanaval, disco coprodotto da un bel po’ di interessanti etichette italiane ed estere (DeAmbula Records, Riff Records, Already Dead Tapes & Records, Hyphen Records, Icore Prod). I nove pezzi che compongono l’album, mixati e masterizzati da Toshi Kasai (in passato già al lavoro con i Melvins), mettono completamente da parte la componente new wave per concentrarsi su un ipnotico mescolarsi di noise, avant rock e post rock.

Il fischiare malsano e ansiogeno di Organ-Grinder, come se un’orda di insetti si mettesse a gridare nell’oscurità, introduce, tra percussioni e leggere note di chitarra, il travolgere lento e potente di Magmantra (ritmi cadenzati, atmosfere leggermente ipnotiche, finale incisivo) e l’ossessività ritmica di Fade Down To Go Down (accompagnata da un leggero cantato e atmosfere più distese e cerebrali).
Il grasso esplodere di Sick Transit Gloria Mundi, invece, trascinando in un inferno fatto di basso distorto, batteria e spirito industrial/hardcore, apre al respiro pesante di Sludge-Jungle (su cui prendono vita chitarre maltrattate e accenni ritmici), mentre Third-Melancolia, con il suo sound malsano e straniante, lascia che a proseguire sia il lungo ondeggiare della coinvolgente e affascinante So Say We All (andamento ripetitivo, finale energico, animo lisergico).
Le note di chitarra di Disturbed, infine, dando vita ad uno slow core pacato e, in fin dei conti, piuttosto arioso, cede al ruvido e grezzo ipnotizzare degli oltre nove minuti di Demon Leech.

Con questo quarto album i The Marigold aprono un nuovo capitolo per quanto riguarda il percorso della loro evoluzione sonora. Il sound proposto, infatti, allontanando gli echi new wave e avvicinando quelli noise/post rock, intraprende una nuova strada, mostrando un volto nuovo. Detto questo, i nove brani di Kanaval, incuriosiscono con il loro spirito scuro e, spesso, intriso di lieve psichedelia e ripetitività. Un album dalle atmosfere nere che riesce a coinvolgere e affascinare per tutta la sua durata. Un ritorno decisamente convincente.

Tracklist:
01. Organ-Grinder
02. Magmantra
03. Fade Down To Go Down
04. Sick Transit Gloria Mundi
05. Sludge-Jungle
06. Third-Melancolia
07. So Say We All
08. Disturbed
09. Demon Leech

Line-up:
Marco Campitelli
Stefano Micolucci
Giovanni Lanci

THE MARIGOLD – Facebook

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