Vorrei fare una domanda a certi personaggi : perché invocate sempre la libertà per gli artisti ma quando dicono ciò che non volete voi non vanno bene ?
Il nuovo disco di Marracash dal titolo “E’finita la pace” è uscito all’improvviso, senza promozione, all’esatto contrario delle dinamiche di promozione contemporanea. Il disco chiude idealmente la trilogia cominciata con “Persona” nel 2019, e continuata poi con “Noi, loro e gli altri” nel 2021.
Questo disco è un pugno nello stomaco, diretto, cupo, non pessimista ma estremamente realista, una vera e propria seduta psicanalitica, con altissimi e bassissimi. Marracash è uno dei pochi rapper, ma chiamarlo rapper nel suo caso è davvero limitante, che ha parlato apertamente dei suoi problemi mentali, di depressione, ansia e altri problemi, e gli ha sempre trasposti.
Come in una costruzione letteraria Marracash ha costruito questa trilogia come una saga che parte dal suo interno per poi andare all’esterno e tornare ciclicamente dentro e fuori di sé, in una parabola creativa unica in Italia e forse anche all’estero, non è solo musica ma un fare letteratura in altra maniera, perché questi dischi sono veri e propri libri. “ E’ finita la pace” è un disco che ha ricevuto molte critiche, ma che è stato premiato dagli ascolti ed è un disco epocale per la musica italiana.
Innanzitutto Marracash dimostra in maniera estrema di essere un artista che fa quello che vuole, fa uscire il disco quando vuole, non lo promuove e a malapena lo spiega. Il disco è potentissimo, le liriche sono affilate, una canzone come “Crash” è futuristica ed è la migliore fotografia possibile di una disfatta totale, la nostra. La pace è finita, la pacchia è finita, come canta il Barona’s finest, invitandoci caldamente a capire che l’impatto è prossimo, e farà male, molto male.
Nella nostra distorta visione del mondo ci siamo convinti che qui andrà tutto bene, che nonostante le difficoltà che ci sono anche ad arrivare alla fine del mese ce la caveremo, magari chiudendoci in cameretta ad ascoltare i nostri dischi preferiti, anelando alla poesia. Invece là fuori la nostra bolla sta scoppiando e noi facciamo sempre più fatica, ma continuiamo ad illuderci che ce la faremo.
Certamente siamo messi meglio di chi vede i propri neonati morire sotto le bombe, o di freddo senza un posto dove andare, perché la storia ha deciso così. Forse è proprio la natura umana a non poter essere in pace, dato che il primo nemico di noi stessi, siamo proprio noi stessi come canta Marracash in “Detox/rehab”, che è una grandissima lezione sulle dipendenze, e quindi se non possiamo esse in pace noi come possiamo pretenderla dagli altri ? Ma forse non è solo quello, è l’abitudine delle nostre pupille allo schifo sui nostri schermi o intorno a noi, come un mezzo schifo è diventato l’hip hop italiano, troie e gangsta.
Marracash riporta l’hip-hop a raccontare storie dentro e fuori di noi, e lo fa violentandolo e anche in maniera confusa in qualche tratto. Infatti in tanti criticano questo disco dicendo che sia confuso e oscuro, ma non è questa forse la migliore descrizione di noi stessi ?
Questo è un disco di stomaco e cuore, un’ulteriore tappa di un artista che non ha eguali, vivo e sanguinolento, sempre interessantissimo nelle sue liriche e anche in alcuni suoi deliri.
“E’ finita la pace” è il “Black mirror” della musica italiana, una guerra che avverte della guerra, perché il nostro mondo, se c’è mai stato, ora non c’è più, e ci sono pochi artisti che ce lo sbattono in faccia come Marracash o David Foster Wallace per dirne uno fra i pochi. La verità fa male, ma la verità va oltre alle nostre convinzioni, e ci sono dischi come questo che possono giustamente non piacere, ma sono lì che non riesci a far finta di nulla. Vorrei fare una domanda a certi personaggi : perché invocate sempre la libertà per gli artisti ma quando dicono ciò che non volete voi non vanno bene ?
L’impatto è imminente, Dio é morto nell’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto.
C’è chi non vive senza un leader
Chi non è capace di obbedire
E c’è chi vuole avere un dio
Chi invece lo vuole maledire
Chi la fa grossa ed emigra
C’è chi si imbosca, eremita
Chi ha calpestato una mina
Chi cucirà la ferita
Chi crede nei governi
Chi invoca i manganelli
Chi crede nelle merci e il denaro
Chi ha troppa melanina
Chi è troppo meloniano
Chi mette tutti i soldi nel naso
Chi ha perso qualche pezzo del puzzle
Farmaci per l’anima, Lexotan, Tavor
Il fuoco che hai appiccato si è placato
Pure criticare è criticato
“Gli sbandati hanno perso”