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Metal Valley Open Air Festival

Metal Valley Open Air Festival: In una domenica torrida e piena di calda umanità in ogni dove, il vostro affezionato musical cronista si sposta volentie...

Metal Valley Open Air Festival

In una domenica torrida e piena di calda umanità in ogni dove, il vostro affezionato musical cronista si sposta volentieri a Rossiglione, nell’entroterra di Genova per farla facile, per seguire il Metal Valley Open Air Fest, una maratona metal di dodici ore organizzata da Trevor, frontman dei Sadist, presso la zona Expò di Rossiglione.

Arrivando alle tre e mezza mi perdo i Five Star Grave, i Lucky Bastardz ( che ho già recensito qualche tempo addietro), gli Spanking Hour e i Nerve, essendo cominciato il festival prima dell’una. La temperatura è calda, ma spira un leggero venticello, per cui l’unica cosa da temere è il sole. L’area del concerto è ben attrezzata e ci sono stands di dischi, libri, piercing e vestiti. C’è anche un chiosco dove potersi bere una birra e mangiare qualcosa. Il primo gruppo che riesco a vedere sono i Cerebrum, giovani greci dediti ad un buon death metal, forse il miglior gruppo del genere dalla terra dell’Olimpo.

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L’esibizione successiva a quella dei compatrioti di Galis e Yannakis, ci sono gli italici Antropofagus che hanno firmato l’anno scorso per la Comatose Music, che fanno anch’essi un ottimo death metal, picchiano come i tifosi del Millwall, e hanno un buon zoccolo duro di fans. Suonano anche alcuni pezzi del nuovo album in uscita a dicembre, da seguire sicuramente.

Dopo gli Antropofagus, mi siedo un po’ per terra, risvegliato poi dai Methedras, italici alfieri di un trash death metal che non mi ha convinto del tutto, su disco mi piacciono di più. Da segnalare la cover di un pezzo dei Machine Head, che fà infiammare il pubblico presente.

Finiti i Methedras, il tmpo di sistemare il palco ed ecco che arrivano dei loschi figuri pitturati, i The Amanta, che dalla lontana Australia vanno in giro per il mondo per spargere il verbo dell’industrial metal. Il loro suono è un misto di black metal, inserti elettronici e furia alla Berzeker. Il loro è stato un set live molto bello e seguito, devo dire che sono stati un’iottima scoperta per me. Sono anche dei ragazzi gentili e alla mano, e hanno girato tra il pubblico mostrando un’ottima disponibilità. Qui sotto la prova.

Al Metal Valley Open Air arriva anche l’heavy metal più classico con gli Elvenking, che sinceramente non mi hanno colpito più di tanto, anche se il pubblico ha apprezzato, e l’importante è quello.

Tra l’altro al festival ho incontrato Robi Sacco, grande amico nonché curatore della mitica fanzine “ Tutti pazzi”, che mi ha detto che a breve uscirà il nuovo numero, per cui scrivetegli numerosi a tuttipazziextreme@libero.it , per saperne di più, soprattuto se siete dei fan del grindcore.

Dopo il metal arriva il brutal death metal dei romani Hour of Penance, che sono più conosciuti all’estero che in patria; il loro set è un misto di potenza, brutalità e tecnica padorneggiata con molta sicurezza.

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Sul far della sera, di ritorno da un trionfale concerto in Germania ( la patria per eccellenza dei festival metal ), suonano gli Skanners, formazione heavy metal con radici come una sequoia, sono in giro da venti e passa anni con un grandissimo entusiasmo, e fa piacere vederli anche a me , che non sono uun amante di quei suoni. La loro canzone simbolo “ Hard and pure “ dall’ultimo album “ Factory of steel “, li fotografa alla perfezione. I metallers bolzanini hanno alla batteria un fenomeno che ha appena compiuto 18 anni, Davide Odorizzi, di cui sentiremo ancora parlare, un vero fenomeno delle pelli. Gli Skanners sono un grande gruppo di heavy metal, e dal vivo ti contagiano con il loro entusiasmo.

Il festival comincia ad arrivare nel vivo, e sul palco dell’Expò di Rossiglione salgono i mitici Strana Officina, loro sono dei pilastri dell’hard rock italico. Nascono a Livorno nel 1977, riunendosi a provare in un’officina di uno dei genitori dei fratelli Cappanera. Dopo molte lamentele del vicinato arrivano i Carabinieri e uno di loro esclama “ Ma che strana officina! “. Da lì prende il via un’avventura unica ed eccezionale. Nel 1993 muoiono in un incidente i due fratelli Cappanera. Ma gli Strana Officina sono una vera famiglia, e al posto dei fratelli Cappanera arrivano il nipote Dario alla chitarraa e il figlio di Roberto, Rolando, alla batteria. Nel 2006 ritornano all’attività live con un solo concerto, poi nel 2007 esce “ Faith “, una raccolta di classici risuonati per l’occasione. Lo scorso anno pubblicano il loro ritorno “ Rising to the call “. Il loro concerto è qualcosa di spettacolare e granitico, come un viaggio nel passato, la chitarra è imbizzarita, la batteria viaggia a mille, e la voce sembra quella dell’ heavy e prog degli anni settanta, veramente una prova poderosa, forse la migliore dell’intera giornata.

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Passato il fascino sempreverde del vero rock and roll ecco arrivare Satana in carne e ossa nella notte rossiglionese, stano per suonare i Belphegor. Il quartetto austriaco è ormai uno dei nomi più grossi al mondo nella scena black metal, e sono venuti qui per dimostrarlo. La preparazione del palco fa già fremere il pubblico, vengono piazzati vari striscioni, tutti con immagini di morte e orrore. La cosa si fa seria quando il roadie dei Belphegor scopre le ossa di capretti che sono anche la copertina del loro ultimo disco “ Blood magick necromance”, uno dei dischi dell’anno e non solo in ambito balck metal. Giungono infine i suonatori, vengon ointrodotti da una cocfonia infernale di suoni, poi il finimondo. Il muro sonoro dei Belphegor è impressionante, anche grazie all’ottima acustica. E’un massacro sonoro, e il pubblico apprezza. Gli austriaci sono molto tecnici, e danno anche una cifra scenica alla loro musica. Il risultato è impressionante, il loro inno all’antivita ti arriva dritto in faccia. Apprezziamo tutti questo gran concerto, e anche la gran bella signorina che tiene il loro banchetto del merchandising, ma come si sa, il satanismo di donne belle ne è pieno.

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Ancora annichiliti dal muro sonoro dei Belphegor, vediamo salire sul palco i Deicide, un gruppo che mai mi sarei aaspettato di vedere a Rossiglione ( perchè i Belphegor invece ? ), ma grazie alla tenacia e alla passione di Trevor, ecco qui Glenn Banton davanti a noi che erutta il solito grande death metal della band californiana. L’ultimo album “ To hell with god “, a mio modesto avviso è una delle loro migliori prove, il suono si èmodernizzato guadagnandoci, il concerto è ottimo, anche se non sono propriamente dei simpaticoni, ,ma magari è un’impressione soltnto mia. Hanno una classe innata nel creare un inferno sonoro davvero granitico, e nonstante la non più verde età pestano come dei ferrai.
Purtroppo dopo di loro anche il Metal Valley Open Air giunge al termine, affermandosi come un bellissimo festival in un posto gradevole e con tanti metallari, che più ce n’è meglio è. Una grande giornata che spero, e con me chi c’era, che venga replicata anche l’anno prossimo e negli anni a venire, perchè ci siamo divertiti tanto e tutti. Un momento di musica, di scambio e anche soltanto per passare una giornata immersi nella natura e nel metallo. IN ALTO IL NOSTRO SALUTO!!!!

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