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Recensione : Michele Borgogni – Terror Supermarket

Terror Supermarket: Michele Borgogni iper realista e descrive cosa potrebbe succedere in un supermercato se cadessero le flebili barriere ipocrite

Uno scritto davvero interessante, prepotente e sincero senza freni e rivelatore, per uno scrittore fra i più interessanti dello spaghetti weird.

Breve novelette cattivissima, sanguinaria e quanto mai adatta ai nostri usi e costumi da discount e da grande distribuzione. Michele Borgogni è uno dei migliori autori di quello che si potrebbe definire spaghetti weird, ovvero un nuovo sentire del fantastico italiano che vede tra le sue fila autori come Michele, Alessandro Girola, Alberica Sveva Simeone, Jack Sensolini e Luca Mazza solo per citarne alcuni.

In questa onda del fantastico italiano ci sono le più svariate tendenze e sono tutti autori interessanti e con molto da scrivere e da proporre.

“Supermarket Terror”, che si può acquistare e leggere su Amazon, è un pugno nello stomaco e una mazzata nella tempia, un affresco sanguinolento e soprattutto realistico di cosa è un supermercato alla domenica mattia. . In questo romanzo breve ci porta in un grande supermercato del centro Italia alla domenica mattina, il Supermercato Terra dove si può comprare tutto dall’abaco alla zucca.

Attraverso lo sguardo dei dipendenti e di alcuni clienti vivremo lo sballo dei lavoratori che sono costretti a subire per pochi spiccioli angherie e le solite allucinanti richieste dei clienti, che a loro volta sono dei poveri alienati a cui non rimane che andare a vessare chi gli sta sotto nella catena alimentare, ovvero i commessi. Borgogni narra una storia che pur essendo gore e in un certo senso horror, è molto più plausibile della realtà contraffatta nella quale viviamo.

La dedica all’inizio libro dice già molto, ed è un giusto tributo a chi lavora e a chi lavora di domenica, a chi sopporta e a chi non sopporta più. Lo scrittore, che penso abbia lavorato la domenica o sicuramente frequenta chi lavora nel fine settimana, ci mostra cose c’è realmente sotto la patina degli scaffali, sotto le luci bianche e perfette che ci mostrano la merce, la vera regina di questa epoca, fatta di cartoni, di bolle di consegna sacre, perché la merce è la vera ricchezza di chi la può acquistare e poi rivendere attraverso il lavoro sottopagato, per un pubblico ammaliato da oggetti e cibi inutili se non dannosi.

Troppo spesso non volgiamo vedere cosa c’è dietro la cortesia dei commessi, che non sono macchine ma esserei umani come noi, che però devono sempre seguire le regole di chi li stipendia e le bizze di chi hanno di fronte, ma il prezzo è altissimo e qui Michele ce lo mostra tutto in “Supermarket terror”, che è iper realista e descrive cosa potrebbe succedere in un supermercato se cadessero le flebili barriere ipocrite, quei recinti che abbiamo e che servono a non far deflagrare il nostro odio, i risentimenti delle nostre vite inutili e completamente mercificate, quel senso di morte che hai quando sei in divisa davanti ad un cliente che ti comprendere quanto stai perdendo del tuo già breve tempo su questa terra.

Questo scritto violento e vero come solo le opere più sincere sanno essere ci mostra quanto siano labili le nostre convenzioni sociali, ma al contempo ci fa vedere come esse siano un argine alla violenza che forse sarebbe molto più naturale in certi contesti, dove la merce comanda e dove tutto è orchestrato per arricchire chi è già ricco attraverso acquisti inutili e lavoro di bassa qualità, e in questo i centri commerciali sono le cattedrali di questo rito pagano.

Non contano i sentimenti, non conta la carne umana, ma solo il vendere secondo certe regole e il comprare e stare zitti, un’evoluzione più sottile e assai più pericolosa del produci, consuma e crepa. La disumanizzazione è l’unica via possbiile, e la imbocchiamo grati al capitalismo.

Uno scritto davvero interessante, prepotente e sincero, senza freni e rivelatore, per uno scrittore fra i più interessanti dello spaghetti weird.

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