Il disco prende vita a partire dai colpi di batteria di Io che, aprendosi poi a chitarre e a umori lievemente malinconici (in crescendo ipnotico e viscerale), introducono il fresco esplodere di Come Fossi Il Tuo Cane (splendidi i ritornelli). Il Bruco parte da una chitarra acustica, per poi evolvere su sonorità vicine ai Massimo Volume, mentre Song No Tomorrow, ben inquadrata e tirata, introduce il più morbido scorrere de Il Mondo (basso in primo piano, chitarre e batteria a dare energia). Da Quando Non Siamo Più, infine, più cerebrale e metodica (ma dal finale denso di emotività), si riempie di pieni e vuoti, lasciando spazio alle aperture soniche di Nessuno Partirà e al lento e dilatato crescere della conclusiva Piove.
Le otto canzoni proposte dai Montauk, anche se la qualità delle registrazioni non è delle migliori e il cantato dà l’idea di essere ancora piuttosto acerbo e ruvido, suonano dannatamente bene. Un disco che guarda al post hardcore di fine anni ’80 (Fugazi, Husker Du) senza dimenticare gli insegnamenti indie rock ed emo. Un lavoro molto diretto e sincero che cattura l’attenzione e conquista. Se questo è il primo passo, non vediamo l’ora di ascoltare ciò che verrà dopo.
Tracklist:
01. Io
02. Come Fossi Il Tuo Cane
03. Il Bruco
04. Song No Tomorrow
05. Il Mondo
06. Da Quando Non Siamo Più
07. Nessuno Partirà
08. Piove