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Recensione : The Queen Is Dead Volume 66 – Motorpsycho / My Sleeping Karma

Tornano i Motorpsycho con un disco che ancora una volta guarda al futuro partendo da un passato ancora non scritto. " Atma " dei My Sleeping Karma è il secondo ed ultimo disco di questa puntata, un disco oscuro ed ipnotico, ad altissimi livelli.

The Queen Is Dead Volume 66 - Motorpsycho / My Sleeping Karma

The Queen Is Dead Volume 66 – Motorpsycho / My Sleeping Karma

Tornano i Motorpsycho con un disco che ancora una volta guarda al futuro partendo da un passato ancora non scritto. ” Atma ” dei My Sleeping Karma è il secondo ed ultimo disco di questa puntata, un disco oscuro ed ipnotico, ad altissimi livelli.

MOTORPSYCHO

Il gruppo norvegese nato nel 1989 a Trondheim è tornato con ” Ancient Astronauts ” su Stickman Records, in uscita a metà agosto 2022. Il gruppo non ha certo bisogno di presentazioni, hanno prodotto tantissimi dischi, hanno esplorato luoghi conosciuti e soprattutto sconosciuti della musica psichedelica e non solo, producendo cose ottime e meno buone, ma sempre con una decisa direzione in avanti.

Questo disco ha una genesi particolare, è il loro terzo disco nato durante questa pandemia, periodo nel quale i Motorpsycho non si sono fermati ma hanno avanzato in maniera differente rispetto a prima.

Il gruppo aveva diversi progetti in porto e uno di questi hanno suonato dal vivo su una performance di danza di Homan Sharifi e della Impure Dance Company, intitolata “Sacrificing”, ispirato alla ” Sagra di primavera ” di Igor Stravinsky, e così il gruppo compose i pezzi che trovate qui. Casualità vuole, o forse no, che nel ristretto pubblico della performance ci fosse anche qualcuno della compagnia teatrale  De Utvalgte, con la quale il gruppo sta collaborando ad un progetto nel quale unire teatro e musica, e che essendo molto colpiti dalla performance dissero che andava bene anche per il film che avevano in mente e che stanno tuttora scrivendo , infatti l’ultima traccia è denominata anche tema per un film immaginario.

Tra il pubblico c’era anche Deathprod, un tempo membro a tempo pieno dei Motorpsycho, e che continua a partecipare a tutte le loro registrazioni. Gli piacque così tanto che si propose come produttore per un incisione di queste tracce e così è stato. Così il disco è stato registrato nell’estate del 2021 a Oslo, con l’assenza dovuta alle restrizioni pandemiche di Reine Fiske che è residente a Stoccolma, e così i Motorpsycho per la prima volta hanno registrato in tre. Il lavoro è stato principalmente registrato dal vivo con i vocali aggiunti in seguito ed è molto grezzo e diretto in questo senso.

Questo disco scava in profondità nel rapporto del gruppo con l’immagine e con la natura stessa del loro suono. Una delle principali peculiarità dei Motoropsycho è che non sono mai stati derivativi, nel bene o nel male il loro diluvio sonoro è sempre partito da loro stessi, dalle loro profonde convinzioni e capacità musicali ed è così anche qui.

Le canzoni di ” Ancient Astronauts ” colpiscono dirette al cuore grazie alla loro fervida immaginazione, sono molto scarne e dirette e come ogni cosa del gruppo norvegese lievita ascolto dopo ascolto, andando a costruire più che una rete musicale una rete neuronale. I pezzi sono 4 e sono tutti di lunga durata, arrivando addirittura agli oltre ventidue minuti dell’ultima canzone, vero e proprio straripamento sonoro.

Il telaio sonoro psichedelico è distorto e ogni cosa sfugge nel momento in cui sembra essere capita e compresa, ogni cosa non è al suo posto e il viaggio non è mai chiaro e facile, e proprio in questo si trova la sua forza. Stupisce anche come al solito la grande capacità di dire sempre qualcosa di diverso del gruppo, che non si ripete mai in pratica, trovando sempre nuovi argomenti e nuovi momenti musicali, colpendo al cuore e al cervello l’ascoltatore in maniera unica e piacendo a pubblici trasversali, perché come la loro immaginazione travalicano i generi e i confini musicali.

Questo non è un progetto minore ma è un vero e proprio disco dei Motorpsycho, un ulteriore avanzamento di un magma sonoro che non si ferma mai, approdando sempre a nuove vette e a nuove sonorità.

Sempre di un livello superiore, sia mentale che musicale.

My Sleeping Karma

Tornano i tedeschi My Sleeping Karma, uno dei migliori gruppi di prog metal e post metal che possiate trovare in giro.

Il nuovo disco si intitola “ Atma “ e uscirà per la Napalm Records.

I My Sleeping Karma compongono ed eseguono musica di qualità superiore, un flusso sonoro che porta l’ascoltatore ad aprire la sua mente. La loro miscela musicale si compone di un prog metal che si va ad unire molto bene con istanze post metal, per creare uno stato alterato di coscienza.

Come traspare molto bene dai titoli delle canzoni di questo disco il gruppo ha come primaria fonte di ispirazione la cultura e la filosofia indiana, una cultura e un insieme di saperi antichissimo e molto profondo, che copre un arco grandissimo di conoscenze e modi di intendere la vita.

Le atmosfere di “ Atma “ sono quelle magiche tipiche dei My Sleeping Karma, ma in questo lavoro sono assai più cupe rispetto alle altre. La musica strumentale del gruppo e la loro visione artistica ha fortemente risentito degli ultimi due anni, del dolore e della sofferenza che tutti abbiamo patito, del sofferto scavare dentro noi stessi, e di tanto altro.

E come dice proprio la filosofia indiana sia il guardarsi dentro sia vedere al di fuori di noi stessi è la via da seguire, senza chiudersi in un percorso di continua progressione, un andare avanti costante e pensante, come nella musica del gruppo tedesco. “ Atma “ infatti si può tradurre con anima, ed è qui che si viaggia con questo disco, grazie ad un’incredibile capacità dei My Sleeping Karma di creare musica ipnotica e rivelatrice, al contempo catartica ed interrogativa.

Ascoltandoli ci si addentra in un viaggio che ci porta a vedere noi stessi sotto un’altra luce, un percorso psichedelico irrobustito da un afflato metal che è sempre presente ed è una loro particolarissima peculiarità.

Le tracce sono tutte molto lunghe, vengono stesi ponti fra le varie costruzioni sonori e si parte da lontano per andare lontano, molto lontano. La leggerezza, la visione musicale, la profondità e l’originalità di questo gruppo li avvicina molto, anche se non sono musicalmente nemmeno similari, ai Tool per quel senso di totale estraneità alla musica che sentiamo in giro; queste sono vibrazioni superiori, terzo occhio che si risveglia. Anche in questa immersione nell’oscurità che è “ Atma “ il gruppo non perde mai la loro meravigliosa capacità di creare bellezza, di fare musica per meditare, capire e capirsi.

Ognuno ha la sua atma e questo disco aiuterà a trovarla. Un altro capolavoro dei My Sleeping Karma.

 

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