Impermanence è un lavoro dai diversi volti, capace di alternare brani improntati a un feroce grind, a momenti ambient, per arrivare all’aulico lirismo di Infinito.
Evidentemente quest’alternanza di stili potrebbe risultare spiazzante, ma va detto che in molti degli aspetti mostrati i Nervecide mantengono sempre in primo piano il loro lato sperimentale, anche quando la proposta assume le sembianze del death più brutale.
Dopo un’introduzione dai tratti inquietanti, se Fractal Flood esplode nelle casse con tutta la sua furia che riporta direttamente ai migliori Brutal Truth, Fleshover fa ancora meno sconti massacrando impietosamente i padiglioni auricolari e lo stesso dicasi per Fracturing Impulse e per la prima parte della title-track; Impermanence pt.02, invece, placa l’assalto sonoro con le sue atmosfere liquide prima che The Omnivore e Introvert Autopsy (in zona Nile) riprendano impietosamente a macinare riff, sui quali si staglia come sempre il growl efferato di Giorgio.
The Thirst That Never Subsides è caratterizzata da inserti acustici che, di fattto, introducono Infinito, che altro non è se non la recitazione della nota poesia leopardiana appoggiata su un tappeto ambient noise.
Indubbiamente Giorgio Benedetti piazza un colpo interessante, ponendosi all’attenzione degli appassionati di sonorità estreme con un album di assoluto rilievo che, si spera, sia solo il primo di una lunga serie per i suoi Nervecide.
Tracklist :
1.Of Subterranean Raptur
2.Fractal Flood
3.Flashover
4.Fracturing Impulse
5.Impermanence pt.01
6.Impermanence pt.02
7.The Omnivore
8.Introvert Autopsy
9.The Thirst That Never Subsides
10.Infinito
Line-up :
Giorgio Benedetti – All Instruments, Vocals