Che la Francia non fosse solo un paese di “chansonnier” e che non avesse solo (sfortunatamente per loro) ereditato Carla Bruni lo si poteva intuire già da band del calibro di Dirge o Year of No Light.
Sorpresa per le mie orecchie gli Oestre, band francese formatasi nel 2003, ci propone una terza uscita fatta di un metal veloce, violento, a volte brutale e molto ben articolato.
Immaginate di mettere parecchi cd nel frullatore, su tutti Meshuggah, Fear Factory, Norma Jean e di mescolare con vigore fino ad ottenere un disco estremamente piacevole, dai diversi toni, dato che a tratti risulta oscuro e malinconico, a tratti sincopato e dissonante.
In questo mix, come in un cocktail di degna fattura, non mancheranno le note di fondo di ingredienti usati in minor quantità, ma che verranno fuori e saranno ben distinguibili al momento giusto: elettronica, drum’n bass e ambient.
Da premiare la volontà di cantare in francese, che un po’ penalizza noi transalpini per quello che riguarda la comprensione, ma che risulta assolutamente gradevole e particolare.
La Dernière Renaissance va assaporato con gusto, ad ogni ascolto si scardina lentamente la solidità di ogni singola nota e se ne carpiscono tutte le intrusioni cibernetiche ed elettroniche.
Tracklist :
1. De l’atome à la lumière
2. Patient zéro
3. La sculpture de soi
4. Memento
5. Des sirènes et des bombes
6. Fragments oniriques
7. Palbe (La dernière renaissance)
8. Interlude
9. Le théorème de Moebius
Line-up :
Mathieu Delcourt : chitarra, synth
Romain Delettre : chitarra, synth
Pascal Dupeyron : basso
Maxime Lathiere : batteria, synth
Mickaël Ratinaud : voce