Ci sono cantautori che fanno canzoni presuntuose, hanno pose pretestuose e usano l’indie come una coperta per non mostrare coglioni avvizziti. Ohio Kid è un cantautore vero fa musica interessante e trova sempre la soluzione sonora giusta. Ohio Kid nasce dal nome di una maglietta messa a stendere nella cameretta di una Bologna del 2010, fra tanto caldo e tanta noia. La chitarra e le parole compongono un nuovo mondo per chi ha avuto l’urgenza e la potenza di dire del punk. Fa due demo e poi un disco The day when we discovered the light, che riceve un buon apprezzamento da critica e pubblico, concerti, coriandoli sipario e forse la fine per un’improvvisa aridità creativa. Il fortunato incontro con Edward Aldin, produttore del presente disco, rimette a posto qualche elica di un dna che nasce cantautore ed ecco il nuovo disco. Ohio Kid propone un pop rock dilatato, felicemente malinconico, mai rassicurante ma escapista, e soprattutto sempre alla ricerca di qualcosa, di una nuova via dentro di sé, dell’importanza di vedere sfocato, di sentire in dolby quanto fa male. Questo disco nasce triste, parla della fine di un amore e del senso di smarrimento che succede dopo. In certi passaggi di questo ottimo disco sembra di sentire una strana eco del vate di Manchester, che su di una certa malinconia pomeridiana vi ha posto una specie di diritto di autore. Pop rock dilatato, sognante e delicatissimo, che fa perder tempo e lascia una patina di felice tristezza, il tutto in modo molto spontaneo e sincero,perché Ohio Kid non è un ego che vuole sublimarsi alla vista degli altri, ma uno dell’esercito delle camerette possibili che racconta e suona, ma lo fa bene. Splendida malinconia di un bolognese che vive in Lussemburgo e fa ottime canzoni.
TRACKLIST
01. The universe is a mistake
02. Cattle
03. Atoms
04. Interlude (I will knock at every door to surprise you)
05. Your drugs
06. Wires (So silent only Death can hear)
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