Buon EP d’esordio per i Paint Fumes, che aggrediscono con un buon garage punk grezzo, veloce e rumoroso. Dopo gli Acid Baby Jesus, un altro bel colpo per la Slovenly.
Ormai è sotto gli occhi (le orecchie) di tutti: la Slovenly Recordings è diventata uno dei punti di riferimento imprescindibili per gli amanti del garage rock/punk mondiale, un luogo dove, presto o tardi, approdano quelle che poi diventeranno le migliori band della scena. Reduci da un anno glorioso, che li ha visti pubblicare due album importanti come l’esordio degli Acid Baby Jesus e Hell Death Samba dei J.C. Satàn, la Slovenly inizia il 2012 assestando un altro colpo grosso con questi Paint Fumes, trio di Charlotte dedito ad un garage punk sgraziato e aggressivo che ricorda alcune cosucce del catalogo In The Red di metà degli anni ’90.
Solo tre pezzi (per un totale di meno di 7 minuti), ma quanti bastano per mettere l’ascoltatore al tappeto, con un garage punk che ti scende giù per la gola come una bella birra ghiacciata e ti mette improvvisamente “l’argento vivo addosso” (cit. mia nonna). Un suono arrogante e ruvido come la carta vetrata, figlio di una band-faro come gli Oblivians quanto del peggiore (nel senso “migliore” del termine) rock’n’roll punk americano di fine XX secolo.
Si parte con il riff ruvido di Egyptian Rats, che apre le porte ad un pezzo violento, grezzo e blues come lo poteva intendere il primo Jon Spencer, o i Gories, pieno di chitarre in modalità frullino “on” e urla disperate. Waste of Time ripete le grazie della precedente, con un freschissimo e abrasivo garage punk venato di rock’n’roll (quello drogato di Sir Johnny Thunders). Chiude il lotto Panic Attack, un garage punk anfetaminico stuprato da sperimentazioni noise a-la Jon Spencer. Una grezzata, praticamente, di quelle che ci piacciono tanto. I ratti egiziani sono pronti a invadere la terra, e non ci sarà pietà per nessuno.
TRACKLIST:
1. Egyptian Rats
2. Waste of Time
3. Panic Attack