iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : Pamplemousse – Think of It

Think of It è un disco noise rock in bianco e nero, analogico fin dalla coperta, costruito su fondamenta di accordi in minore, riff fuzzosi che si avvolgono e si svolgono in continuazione come quelli di chi sapete voi, accompagnati da un battito preciso e minimale, che dà un solido contributo a sostenere l’architettura e dare groove alla materia.

Pamplemousse - Think of It_cover

I Pamplemousse sono in due – Nicolas Magi alla chitarra e voce e Sarah Lenormand alla batteria e ai cori – e vengono da La Réunion, un’isoletta situata a sud-ovest dell’Oceano Indiano, al largo del Madagascar per intenderci, in pieno territorio francese (è uno dei cinque «dipartimenti e regioni d’oltremare», eredità coloniale). La band nasce nel 2017 e giunge oggi al traguardo del terzo disco, pubblicato – così come gli altri due – dalla benemerita etichetta francese A Tant Rêver du Roi, casa accogliente per band alternative, post hardcore, garage, noise e sperimentali (Blacklisters, Ulan Bator, Die! Die! Die!, Dewaere, giusto per citare i nomi che conosco) che raramente guadagnano il fascio di luce dei riflettori. I Pamplemousse entrano di diritto e a buon titolo in questo filone dai decisi sapori anni novanta, scalfendolo con la grazia di uno scalpellino ubriaco e senza accampare grandi pretese futuristiche.

Provando a schivare i paragoni che ci vengono forniti dalla cartella stampa, possiamo dire che Think of It è un disco noise rock in bianco e nero, analogico fin dalla coperta, costruito su fondamenta di accordi in minore, riff fuzzosi che si avvolgono e si svolgono in continuazione come quelli di chi sapete voi, accompagnati da un battito preciso e minimale, che dà un solido contributo a sostenere l’architettura e dare groove alla materia. E tuttavia il disco non è uno spoglio e monotono paesaggio invernale, pur non mancando di inflessioni decisamente oscure (Mexican Boy). Le spennellate di colore si fanno spazio, richiedono attenzione: si presti l’orecchio all’indie rock irresistibile di One Million Doors, al punk rock grezzo, rumorista ma in fondo melodico di Vicious Mind, al rock svogliato di Cactus, ai riverberi psichedelici che rendono evanescente La Ballade de Steve.

Rispetto ai lavori precedenti ci sono differenze non grandissime ma comunque sensibili. Fino al 2021 i Pamplemousse erano un trio, avevano anche un bassista cioè, e la mancanza dello strumento si sente. High Strung, il disco precedente, è uno di quei dischi indie rock tipici della metà degli anni Novanta, che ti saltano subito al collo. Il basso era roccioso, sinuoso e tendente al dub come quello di chi sapete voi: l’inchino era evidente. Think of It è ancora graffiante ma è più rilassato. Quel che hanno perso in potenza, poi, l’hanno acquistato in freschezza e personalità. L’approccio alla materia, quale che sia quella prescelta, è quello di una garage band dei Pebbles, di chi ha voglia di suonare e registrare per il solo gusto e l’urgenza di farlo, o perché «finalmente i pezzi ce li abbiamo, dai, chiamiamo coso [Peter Deimel, ndr] e registriamo sto disco». È una nota positiva, spero che si senta.

Pamplemousse

Tracklist:

1. Mexican Boy
2. Empty Pool
3. Derry, Maine
4. One Million Doors
5. Fat Hollywood
6. Vicious Mind
7. Cactus
8. I’m Not Dietsch
9. La Ballade de Steve

Pamplemousse

ATRDR

PAMPLEMOUSSE – THINK OF IT

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Emma Tricca - Aspirin Sun_cover

Emma Tricca – Aspirin Sun

Emma Tricca – Aspirin Sun : «Aspirin Sun» è un disco mattutino: di folk psichedelico mattutino, forse un po’ insonne. È folk cinematografico, se mi passate il termine, ideale colonna sonora di un vecchio film

Deerhoof - Miracle-Level_cover

Deerhoof – Miracle-Level

Tolti i testi, di cui la maggior parte di noi non capirà un acca, la musica è quella dei Deerhoof che abbiamo imparato ad amare, appena appena più pop e diretta di quella fuoriuscita dalle prove precedenti, ma sempre piacevolmente unica e bislacca.

Tropical Fuck Storm - Submersive Behaviour_cover

Tropical Fuck Storm – Submersive Behaviour

È qui e richiede attenzione, perché i Tropical Fuck Storm hanno dimostrato più volte di saper far bene, di saper maneggiare il rock (alternativo, indie, noise, quello che volete) meglio di tanti altri – ma direi di quasi tutti.

Goat - Oh Death cover

Goat – Oh Death

Sei anni hanno impiegato i Goat per dar vita a Oh Death, il loro quarto lavoro in studio, che arriva a distanza di due mesi dalla ristampa per audiofili del primo lavoro, apparentemente inarrivabile e di certo fin qui ineguagliato, World Music.

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP