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Recensione : Paolo Rig8 – Compost

"Compost" è il settimo album in studio per Paolo Rigotto aka Paolo Rig8, ed esce per Snowdonia Dischi.

Paolo Rig8 – Compost

“Compost” è il settimo album in studio per Paolo Rigotto aka Paolo Rig8, ed esce per Snowdonia Dischi.

La scrittura del disco nasce nel 2020 in piena pandemia per concludersi quest’anno. Il lavoro parte dalla considerazione che all’età di cinquanta anni il corpo e la mente comincino un lento o veloce declino a seconda dei casi, e che quindi tutto vada visto sotto questa ottica. Deterioramento del corpo che va di pari passo con quello del mondo e della società chiave di lettura purtroppo corretta. Rigotto ha composto e suonato quasi interamente i brani del disco, a parte la partecipazione di Maria Messina nel brano che da il titolo al disco.

Paolo, come afferma lui stesso nel primo brano “Solo se mi va” è un artista fuori dal mercato, proprio non ci vuole stare in quell’agone, e suona per il gusto e la necessità di farlo, e in questo primo brano fa anche una giustissima polemica sulle recensioni, cosa che sarebbe da discutere, se c’è ancora qualcuno che le legge. Il disco contiene tantissimi stili musicali, ogni canzone è differente e sempre divertente inducendo a pensare, e Rig8 è decisamente fuori dal mercato e dalle consuetudini.

Il disco è curato in tutti i suoi particolari, nulla è per caso, e ciò forse spiega la lunga gestazione che ha avuto prima di vedere la luce. Le canzoni mutano a seconda di ciò che il musicista ha da dire, non ricercando mai un facile incastellamento in qualche stile o in qualche posa. In primo piano ci sono le musiche e le parole, in un compost che nasce dalla merda che mangiamo e che ci fa diventare un po’ spazzatura anche a noi, perché le cose che mangiamo e che beviamo sono un pò inquietanti proprio come l’hamburger che è sulla copertina del disco, e che rappresenta molto bene lo spirito del disco.

Il talento di Paolo è pari alla sua capacità di raccontarsi e di raccontare tantissime cose con una visione ed una poetica che raramente si possono sentire nell’agone musicale. Questo disco fa ritornare la musica al suo posto, dove dovrebbe stare, ovvero al centro del discorso, attraverso un lavoro certosino ed appassionato, il cuore di questo progetto. “Compost” è un disco vero, irriverente, divertente e potente, fa ridere, riflettere, arrabbiare e divertire, ma soprattutto ci fa vedere le cose sotto altre prospettive che poi sarebbe il senso del confronto, ricercare altre vie assieme ad altre persone.

La veste musicale di questo disco è sontuosa e molto piacevole, e le parole sono quanto di meglio si possa trovare nel disastrato e mai tale cosiddetto indie italiano, che sentendo questo disco non esiste l’indie, esistono bei dischi e dischi molto meno belli. Questo è molto bello davvero.

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