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Recensione : Parados – Parados

I Parados dimostrano di avere raggiunto un buon grado di maturità

I Parados, formazione lombarda formata da Alberto Ladduca, Luca Nistler, Stefano Boscaro e Giorgio Vignetti, ritornano, dopo aver pubblicato un album (grazie alla vittoria del Primo Premio nel Contest SAE all’interno del Mi Ami 2013) con gli otto brani di questo disco senza nome. Il lavoro, pubblicato per Costello’s Records, mette insieme cantautorato, indie folk e leggere incursioni elettroniche.

Il veloce coinvolgere di ø, trascinando con ritmo, melodia e parole per niente trascurabili, introduce il procedere sostenuto, tra canto corale, pulsazioni elettroniche e lievi chitarre, di Toracica.
Lo spirito energico e deciso di Alieno Verde, fra atmosfere più incombenti e drammatiche (in mente vengono i campani Grammophone), lascia che a seguire siano il raffinato e asettico accarezzare de L’Anarchica e il fitto intrecciarsi di strumenti proposto da A Distanza.
Indolore, in conclusione, tenendo assorti con il suo svilupparsi su equilibri non canonici, apre al crescere, su binari chiaramente in stile Radiohead, di Venere e Sylvia Rivera.

Con questo nuovo disco i Parados dimostrano di avere raggiunto un buon grado di maturità. Gli otto brani proposti, infatti, anche se ancora troppo riconducibili al sound dei Radiohead, si rivelano solidi, compatti e accattivanti. Nello specifico, a catturare l’attenzione sono due cose: la cura dei testi e l’ottimo lavoro svolto dal cantato corale. Se la band riuscisse a dare maggior spazio alla propria personalità, avrebbe in mano tutte le carte necessarie per fare uno di quei dischi impossibili da scordare.

Tracklist:
01. ø
02. Toracica
03. Alieno Verde
04. L’Anarchica
05. A Distanza
06. Indolore
07. Venere
08. Sylvia Rivera

Line-up:
Alberto Ladduca
Luca Nistler
Stefano Boscaro
Giorgio Vignetti

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