I Pashmak, formazione dal respiro internazionale composta da Damon Arabsolgar, Stefano Fiori, Martin Nicastro, Giuliano Pascoe e Antonio Polidoro, ritornano, dopo due anni di silenzio, con Let The Water Flow, loro primo disco lungo. Il lavoro, autoprodotto e realizzato tramite crowdfunding, mette insieme indie rock e influenze folk, non dimenticando briciole di elettronica e pop.
Il combinarsi di voce, pianoforte e batteria di Somersault, correndo e rallentando, a seconda dell’umore, apre al costante pulsare di Particles (che lentamente si apre e stratifica) e al fresco variare, tra tuffi ritmici, chitarre lineari e ritornelli corali, di Castles.
Il vivace partire di Douglas, accompagnato da un cantato lievemente pensieroso, prova a inscurirsi per poi sciogliersi in limpide distese e complicarsi di nuovo nella seconda parte, mentre Blue Brazilian Soap, entrando in testa con il suo loop di testo e musica, cede spazio alle influenze spagnoleggianti della strumentale Mata Atlantica (totalmente in mano alle chitarre).
La lenta Ropes, infine, disegnando intense atmosfere cariche di emotività, procede acquistando pepe nella seconda metà, lasciando che a chiudere siano il morbido distendersi di Ulysses e il groove coinvolgente della più sperimentale e variegata Calypso.
I cinque Pashmak danno vita a un disco decisamente maturo e intelligente. I nove brani presentati, incentrati sul tema del viaggio e del mare (la ricerca dell’equilibrio fra il naufragio e il porto sicuro), scorrono uno dopo l’altro, mostrando un sound comune, ma ritagliandosi ognuno una propria personalità. Un disco di sicuro valore. Bravi.
Tracklist:
01. Somersault
02. Particles
03. Castles
04. Douglas
05. Blue Brazilian Soap
06. Mata Atlantica
07. Ropes
08. Ulysses
09. Calypso
Line-up:
Damon Arabsolgar
Stefano Fiori
Martin Nicastro
Giuliano Pascoe
Antonio Polidoro