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Recensione : Passover – Il Lustro Del Palazzo

Non è un'opera che inaugura un nuovo genere od una nuova tendenza, ma è un Ep che elettrizza e conquista con la sua ruvidezza, con la sua potenza controllata e distillata, con i testi mai noiosi e vicini al surrealismo.

Secondo disco per i Passover, gruppo della provincia alessandrina che non è per niente un luogo triste per la musica.

Dopo “Convundidi” del 2009, pubblicato da Elevator Records, e dopo che la vecchia sezione ritmica formata da Guido alla batteria e Ale al basso ha lasciato il gruppo, le cose sono ripartite con un rimpasto interno, ovvero il passaggio di Federico al basso e voce e l’entrata come batterista di Giorgio.
I Passover sono ulteriormente cresciuti e questo disco è notevole, potente e sfaccettato; il loro suono è un grintoso cavalcare fra il grunge, i Queens Of The Stone Age e i Passover stessi, perché i riferimenti sono solo per capire in che territori siamo, ma i Passover sono una cosa unica.
Interamente cantato in italiano, cosa che rafforza molto, Il Lustro Del Palazzo è un qualcosa che mancava nel panorama italiano attuale: non è un’opera che inaugura un nuovo genere od una nuova tendenza, ma è un Ep che elettrizza e conquista con la sua ruvidezza, con la sua potenza controllata e distillata, con i testi mai noiosi e vicini al surrealismo.
Il risultato è ottimo, anche grazie al totale controllo del gruppo in fase di produzione, è la dimostrazione che l’organizzazione dal basso è l’unica alternativa possibile.
I Passover sono una band che merita tantissimo, basta sentire il disco per diventarne dipendenti; non mi stupisce che questo lavoro provenga dalla provincia alessandrina, dove da anni c’è movimento e passione.
Da avere per forza.

Tracklist:
1 Magnitudo
2 Echo & Delay
3 Tenia
4 Elettrosantopertini (Superfuzz)
5 Cilicio
6 Machete

Line-up:
Federico – Basso, Voce
Dani – Chitarra
Giorgio – Batteria

PASSOVER – Facebook

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