Paul Beauchamp, musicista americano attualmente trapiantato a Torino (e con alle spalle una invidiabile carriera nell’ambito delle musiche “altre” e sperimentali), ritorna con Pondfire. Il disco, uscito ufficialmente in digitale nel 2014 (ma disponibile in vinile solo a partire dal Giugno 2015 -merito della cordata Boring Machines, Old Bicycle Records, Neon Produzioni), si compone di sette brani a metà tra ambient, drones e manipolazione sonora, concentrandosi sul ricordo del nonno dell’autore e sulla vita pacifica che, da ragazzo, faceva nella sua fattoria.
I lunghi echi elettronici di Icicles, intervallati da morbide pulsazioni, distendono l’animo, trasmettendo l’idea di galleggiare, pacifici, in mezzo a un lago completamente immobile, mentre la rapida ciclicità di Pondfire, concedendosi una seconda parte piuttosto ansiogena e inquietante, lascia che a seguire sia il viaggiare, come su di una barca in mezzo alla nebbia, di Muddy Creek.
Old Philip’s Bridge Lament, invece, abbracciando con i suoi malinconici sospiri, apre al calore, arioso e solare, di Muscadine (synth, echi, chitarre e manipolazione sonora ad accarezzare su tempi lunghi) e al lento sciogliersi, come cera al sole, de La Quercia.
La chitarra acustica della più che accogliente Redbelly, infine, chiude trasmettendo un profondo senso di pace e tranquillità.
I sette brani di Pondfire procedono uno dopo l’altro, con lentezza, in modo tale da evocare ognuno, in modo completo, un particolare set di emozioni. Un disco che fa della pacatezza e della distensione (nonostante i momenti più inquieti e nebulosi) i suoi temi principali. Se, anche voi, volete trasferirvi temporaneamente nell’agreste infanzia di Paul Beauchamp, questo album è la chiave per riuscirci.
Tracklist:
01. Icicles
02. Pondfire
03. Muddy Creek
04. Old Philip’s Bridge Lament
05. Muscadine
06. La Quercia
07. Redbelly