L’incisivo riff di chitarra di Spit Fire e l’intenso svilupparsi di So What? (dal ritornello decisamente accattivante) aprono il disco coinvolgendo in una enorme esplosione di energia. A calmare un poco gli animi ci pensa, con le sue melodie pensierose e sofferte, la malinconica Paper Cut, ma già la successiva The Revolution si adopera per costruire una nuova tempesta elettrica. I Promise, più articolata e strutturata, passa da momenti più ritmati ad altri più delicati ed emotivi, mentre Stonecutter II, ignorante e pestata, ci calpesta come farebbe un elefante, lasciando spazio al veloce scalciare di We Can’t Fail e alla scoppiettante Too Bad.
Reptiles, infine, sempre ruvida ma su tempi più lenti, introduce l’ampio evolvere della conclusiva I’ll Be Here.
Nonostante la ristrettezza dal punto di vista degli strumenti utilizzati, il risultato finale è sicuramente degno di nota. Ci troviamo di fronte a dieci pezzi vivaci, intensi e pieni di energia. I Pig-Tails dimostrano di avere ottime qualità e molta determinazione: se eravate in astinenza da punk/garage/rock’n’roll, avete trovato la vostra nuova droga.
Tracklist:
01. Spit Fire
02. So What?
03. Paper Cut
04. The Revolution
05. I Promise
06. Stonecutter II
07. We Can’t Fail
08. Too Bad
09. Reptiles
10. I’ll Be Here
Line-up:
Alessandro Carbonieri
Diego Aroldi