Ep di debutto per questa assai strana bestia norvegese che tiene una lezione accademica sui legami fra punk, prog altro e qualcosa di più pesante dei suddetti.
Il loro suono è una cascata di piacere per chi ha sempre pascolato nella musica pesante in maniera nomade, transumando da un campo all’altro. Questi norvegesi hanno una maniera di comporre veramente notevole, e si potrebbe parlare di punk prog, se parlare di generi fosse una cosa sensata.
La cosa più sensata è quella di ascoltare con avidità queste quattro tracce del loro debutto per l’italiana Argonauta Records e tuffarsi in un suono tremendamente originale, dove ad un intro punk segue una quasi sinfonia hard prog per terminare in cori che si incrociano, con tutti gli strumenti che si incrociano perfettamente, per poi riprendere con giri di chitarra spessi e ritmiche gigantesche.
Come nelle opere di Escher ognungo ci vedrà quello che vuole e che gli dice il suo cervello, ma ciò può accadere solo quando c’è tanto da gustare e l’opera è di alto livello. Finalmente qualcosa di totalmente inaspettato e totalmente nuovo, molto nuovo ed avanti.
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