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Recensione : Post Luctum – Seasons Greavings

Se dal punto di vista musicale l'ep risulta davvero efficace e vario, avvicinandosi in certi frangenti ai mai abbastanza lodati Daylight Dies, fondamentalmente appare più ritmato e incalzante rispetto ai quanto offerto dai Post Luctum nei due ottimi full length realizzati in precedenza.

Facendo ancora un passo a ritroso per tornare alla fine del 2023, un altro breve lavoro da segnalare agli appassionati di doom è l’ep Seasons Greavings dei Post Luctum, progetto solista del musicista statunitense Ian Goetchius; si tratta di un’opera che, rispetto alle consuetudini del genere, a livello lirico si sviluppa come una sorta di racconto piuttosto che andare a scandagliare gli abissi più profondi della psiche umana e tutto il dolore che me ne deriva.

Il concept è incentrato sulla figura del Krampus, un mostro della tradizione germanica che, secondo la leggenda, in occasione della festa di San Nicola punirebbe i bambini che si sono comportati male; da queste antiche credenze Goetchius prende spunto per immaginare il rapimento della propria bambina, l’inseguimento alla caccia del mostro e il suo annientamento.

Se dal punto di vista musicale l’ep risulta davvero efficace e vario, avvicinandosi in certi frangenti ai mai abbastanza lodati Daylight Dies, fondamentalmente appare più ritmato e incalzante rispetto ai quanto offerto dai Post Luctum nei due ottimi full length realizzati in precedenza, ovvero Acceptance (2021) e The Indifference of Time: I (2023), più orientati a un funeral death doom dai tratti rallentati e dolenti.

In attesa di ritrovare Goetchius alle prese con un nuovo lavoro su lunga distanza, Seasons Greavings è l’ennesima conferma del buon talento del musicista del Maryland e quindi vale la pena di dargli un ascolto e magari acquistarlo accedendo al bandcamp.

2023 – Autoproduzione

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