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Recensione : Prong – X – No Absolutes

Il nuovo lavoro non lascia dubbi sul talentodi Victor che, accompagnato da Jason Christopher al basso e Art Cruz alla batteria, sfodera una prova che riconcilia con il genere

Ci sono gruppi che, grazie alla padronanza del genere suonato, a distanza di anni, dopo glorie e cadute, gioie e dolori, arrivano ad incidere album straordinari proprio come nel momento di massimo splendore e successo.

Tommy Victor ed i suoi Prong sono una di queste: grandi interpreti del metal moderno, con un talento unico  per le ritmiche industrial, magari non estremi come nei primi anni novanta (con i seminali Beg To Differ e Prove You Wrong) ma ugualmente spettacolari come nel capolavoro Cleansing, album che portò il gruppo di New York City alla notorietà.
Quasi trent’anni sono passati dal primo album e Tommy Victor non molla, circondato da una marea di musicisti che hanno gravitato nel gruppo e che, di album in album, hanno contribuito a fare della band del chitarrista americano, un punto di riferimento per chiunque si voglia confrontare con il thrash industriale.
Il nuovo lavoro non lascia dubbi sul talento di questo musicista che, accompagnato da Jason Christopher al basso e Art Cruz alla batteria, sfodera una prova che riconcilia con il genere: duro, marziale, molto thrash oriented ma ricamato da chorus catchy da fare tremare le gambe, metal moderno che molte delle giovani band di grido in questi tempi dovrebbero studiare in ogni dettaglio e venerare, prima di rientrare in sala d’incisione.
E X-No Absolutes non delude i fans dello storico gruppo, in stato di grazia in quanto a qualità del songwriting, già ampiamente dimostrato dal ritorno sulle scene con Carved In Stone, album del 2012 che ha dato il via ad una ritrovata enfasi nello scrivere musica da parte del genio newyorkese, con altri due lavori a distanza di pochi anni: Ruining Lives (2014) e Songs from the Black Hole dello scorso anno.
Il nuovo album è melodicissimo, arrembante, colmo di potenziali hits, veloce e thrashy fino al midollo, la chitarra di Victor si destreggia tra i famosi ritmi marziali e sfuriate metalliche da far impallidire mezza Bay Area, la voce del leader negli anni è migliorata, tanto da raggiungere un appeal che solo pochi anni fa era impensabile (la semiballad Belief System), mentre raggiungere la fine è un attimo, esaltati dallo strapotere delle varie Sense Of Ease, il metallone classico di Worth Pursuing, la thrashy Cut And Dry o l’arrembate metal industriale di Soul Sickness.
Rimane un lotto di tracce dall’impatto melodico esagerato, senza perdere un grammo dell’impatto groove/industrial metal di cui il gruppo è portatore sano, contaminando il nostro sangue con scorie di moderno sound esplosivo e devastante come un’atomica.
I Prong, come per esempio gli Anthrax, non si accontentano di riproporre lo stesso materiale, ma cercano di donare ai loro fans nuovi modi per assaporarne la musica e, di fatto, hanno trovato un ottimo compromesso tra la devastante marzialità dei primi lavori e l’aspetto più melodico del metal moderno: il tempo per loro non è passato invano…

TRACKLIST
1. Ultimate Authority
2. Sense of Ease
3. Without Words
4. Cut and Dry
5. No Absolutes
6. Do Nothing
7. Belief System
8. Soul Sickness
9. In Spite of Hindrances
10. Ice Runs Through My Veins
11. Worth Pursuing
12. With Dignity
13. Universal Law

LINE-UP
Tommy Victor Vocals, Guitar
Jason Christopher Bass
Arturo “Art” Cruz Drums

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