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Recensione : Puteraeon – Cult Cthulhu

Chi vuole ascoltare death metal diretto e dall’impatto devastante si avvicini senza indugi a "Cult Cthulhu".

E’ sempre piacevole ascoltare una proposta come quella degli svedesi Puteraeon, attivi dal 2008 e qui alle prese con il secondo full-length, che scendono in campo con l’unico intento di asfaltarci per benino a colpi di death metal old school.

Cult Cthulhu, come si può facilmente dedurre, è incentrato sulla inquietante divinità creata dalla fertile mente di H.P. Lovecraft, agganciandosi a quanto fatto di recente dai connazionali e compagni di etichetta The Grotesquery; la differenza tra la band di Rogga Johansson (che qui appare come ospite in Walking With Shadows) e i Puteraeon risiede nel suono più diretto e brutale di questi ultimi.
In comune tra le due band, invece, c’è sicuramente il desiderio di proporre un genere come il death nella sua versione più genuina e primordiale; teniamo conto che i nostri non sono comunque dei ragazzini alle prime armi: il chitarrista e cantante Jonas Lindblood, per esempio, è stato protagonista della scena svedese degli anni ’90 con i Taetre e anche gli altri musicisti sono in attività più meno dalla stessa epoca.
Con quest’album la band scandinava fornisce il logico seguito all’esordio “The Esoteric Order”, riproponendo il sound privo di compromessi figlio dei primi album di Entombed, Grave e Dismember, solo per citare i più nomi più noti, ma sarebbe un grave errore pensare che Cult Cthulhu sia una riproposizione in fotocopia di quanto già sentito in passato; l’album vive di luce propria e lo fa con brani killer, di quelli che se li senti a tutto volume con la finestra aperta, le vecchiette per strada si fanno il segno della croce …
Si parte con The Great Epidemic of 1846 che, dopo una classica intro strumentale, riversa sull’ascoltatore la feroce determinazione del combo svedese; brutalità senza alcun cedimento, ma senza dimenticare mai opportuni rallentamenti e sulfurei inserti atmosferici come in The Azathoth Cycle, brano a dir poco spettacolare.
Tutto il resto dell’opera si mantiene comunque su un livello elevato e appagante per gli estimatori del genere; citerei ancora In The Vault, altra traccia che si attesta su tempi meno spasmodici e caratterizzata da un notevole lavoro chitarristico, e l’accoppiata finale A Bolt From the Grave – Liberation, che mostra la disinvoltura della band nel passare da un classico death tritaossa a un episodio dall’incedere doom, con i suoi ritmi cupi e dilatati.
Ottima prova, quindi, per i Puteraeon; chi vuole ascoltare death metal diretto e dall’impatto devastante si avvicini senza indugi a Cult Cthulhu.

Track list :
1. The Great Epidemic of 1846
2. Children of Dagon
3. The Azathoth Cycle
4. Shoggoth
5. Flesh Architect
6. In the Vault
7. Conlaceratus
8. Walking With Shadows
9. Shapeshifter
10. A Bolt From the Grave
11. Liberation

Line-up :
Daniel Vandija – Bass
Anders Malmström – Drums
Jonas Lindblood – Vocals, Guitars
Rune Foss – Guitars

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