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Recensione : Questo Film Non Dovrebbe Esistere

Questo film non dovrebbe esistere. Non è solo la traduzione, dall'inglese, del nome di questa pellicola, realizzata da Massimo Scocca e Gisella Albertini, con la collaborazione del giovane regista Nicolas Drolc.

This Film Should Not Exist
This Film Should Not Exist

Questo film non dovrebbe esistere. Non è solo la traduzione, dall’inglese, del nome di questa pellicola, realizzata da Massimo Scocca e Gisella Albertini, con la collaborazione del giovane regista Nicolas Drolc. Il titolo in sé racchiude l’essenza della bizzarra genesi di questa produzione. Questo film non sarebbe dovuto esistere perché gli autori (la coppia AlbertiniScocca, grandi appassionati di sonorità rock ‘n’ roll abrasive, che negli anni Novanta hanno girato l’Europa e gli Stati Uniti per assistere a concerti di band garage punk/lo-fi e affini) non erano in possesso, 25 anni or sono, di una videocamera, che gli fu prestata da un amico: così nacque, nel 1995, a bordo di uno scassatissimo Transit del ’78, il viaggio musicale dei due in giro per l’Europa, che è alla base del racconto.

Il film, prima creatura della torinese Bo Fidelity Cineproduzioni (coadiuvata dalla francese Les Films Furax) è stato scritto, filmato e finanziato quasi interamente dal filmmaking team, e narra l’avventura di Ben Wallers e della sua scelta di vita anticonvenzionale, con la trasformazione da studente modello di una delle scuole inglesi più esclusive a musicista underground eccentrico e provocatore, autore di testi considerati, da molte persone, oltraggiosi e inaccettabili per l’odierno neopuritanesimo moralista imperante al tempo dei social network ( “questo film non sarebbe dovuto esistere” anche per questo motivo).

Si documentano gli inizi con i Country Teasers a Edinburgo (fautrice di musica “evil country” suonata col piglio sfrontato e dissonante del garage rock) a inizio anni Novanta, per poi descrivere l’incontro – assolutamente casuale e fortuito – dell’artista britannico con la mitica label Crypt Records, rappresentata da un cameo di Tim Warren, in cui viene chiarita l’equivoca vicenda: i Country Teasers, in realtà, non rientravano esattamente nei canoni musicali ed estetici della Crypt, tuttavia la band di Wallers inviò un demo tape a un indirizzo sbagliato, che si rivelò essere quello del vecchio domicilio di Warren, il quale scoprì il nastro della band in circostanze tragiche (tornando a casa della madre defunta).

Viene passato in rassegna il folle tour europeo intrapreso, nel 1995, dai Country Teasers insieme ai garage punkers Oblivians da Memphis. Wallers, nel corso del film, rivela anche il suo particolare rapporto coi gallesi Datblygu (sua band indolatrata, anch’essa intervistata, nelle figure del frontman David R. Edwards e Patricia Morgan) e ripercorre la sua parabola da solista col monicker “The Rebel“.

Il tutto viene arricchito da footage dell’epoca (nato per caso, come già spiegato sopra) recuperato da un archivio di nastri rimasti a prender polvere negli scatoloni per oltre 20 anni, autentiche pepite restaurate che ritraggono Wallers in quel tour europeo del ’95, filmato in esibizioni sempre al confine tra ubriaco dilettantismo e arte performativa; ci sono poi anche le performance degli Oblivians, anch’essi intervistati 25 anni dopo quell’esperienza.

Una volta ritrovate queste “nuggets” su video, gli autori hanno (bene) pensato di rimettersi on the road con la stessa attitudine non-professionale e spirito DIY di (ebbene sì) un quarto di secolo fa, tornando a intervistare i protagonisti di allora, per chiudere il cerchio e fissarlo sullo schermo, per sempre.

Emerge chiaro l’intento di non riproporre il classico racconto da docufilm musicale, ma di partire da un punto fermo artistico (Ben Wallers, la sua arte, il suo attivismo underground, la sua musica, la sua immagine cappello-occhialoni-completo impeccabile, la sua satira lirica, graffiante e colta) per poi condurre lo spettatore verso divagazioni che spaziano dallo sguardo sulla scena musicale alternative dei Nineties a riflessioni sulla libertà creativa nell’arte e nelle scelte di vita.

Il film è stato proiettato in importanti festival, da Calgary a Melbourne, passando per la Francia (Rock This Town, Fifigrot 2020) Pop Mutations e il Doc’ N Roll Film Festival di Londra, nonché presente alla recente tre giorni del festival tenuto dalla indie label americana Goner Records. Meriterebbe ancora maggiore visibilità, ampiamente meritata.

 

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Scritto e diretto da: Gisella Albertini, Nicolas Drolc, Massimo Scocca

Prodotto da: Bo Fidelity Cineproduzioni (Italia), Les Film Furax (Francia)

Starring: Ben Wallers, Simon Stephens, Tim Warren, Eric Friedl, Greg Cartwright, Jack Yarber, David R. Edwards, Pat Morgan

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