E’ proprio in questi giorni di zona rossa che mi trastullo in pensieri vari ed eventuali sui rapporti umani.
L’attenzione verso l’universo femminile, posta sempre in primo piano nelle chiacchiere progressiste da bar o da circolo delle donne, è sempre al top dei propositi auspicati per sanare una società sessista e maschilista da fare schifo, ciò a ben scrutare le statistiche sugli omicidi avvenuti in Italia ogni anno. Uomini che uccidono le donne.
Eppure lo zoccolo duro del problema non si risolve.
Sappiamo che la donna è sempre relegata ai ranghi bassi della società, a cui le è riservata la funzione di impalcatura della struttura familiare e lavorativa (fanno i peggio lavori con abnegazione e santa dedizione); inoltre, le donne sono parte di un’umanità lesa e bistrattata, senza includere frange ancor più bistrattate – come a dire, donna + disabile + gender + di_razza_altra – che tirano a campare in questo fottuto mondo basato su rapporti leonini e ignoranti.
Il processo di integrazione è sì inesorabile, ma si rivela lentissimo, affetto da lumachesimo. La maggioranza del pensiero, appunto quello maschilista e sessista, la fa da padrone lungo il corso della vita, tanto più che le cronache quotidiane offrono spesso l’ingiusto mero sollazzo informativo che fa da riempitivo alla noia, e mai funziona come catalizzatore per un rinnovamento psichico in corso.
Si tende a non cambiare testa, se non marginalmente.
Invece, a me è accaduto il contrario, sono cambiato. E a farmi cambiare non sono state le ristrettezze obbligate messe in atto dalla pandemia, quanto un discorso di rispetto verso l’altro sesso.
In pratica, io non ci provo più con nessuna donna da almeno un lustro, non la guardo più con fare interessato e malizioso, non le riservo nella mia giornata alcuna importanza a livello estetico e sessuale.
La considero piuttosto come un uomo, una persona che come me vive in un determinato luogo o ci si ritrova lì di passaggio, come i corpi celesti che popolano l’infinito universo indifferente.
La figura del ‘mollicone’ o del ‘dongiovanni’ hanno perso importanza per me, si sono ridotti progressivamente all’osso (la donna deve proprio agganciare di sua espressa volontà l’esca apposta alla mia canna da pesca, se voglio azzardare un approccio concreto finalizzato al piacere sensuale).
E ne vado fiero! Ho abbandonato il mio sguardo sessista e ho cambiato tattica, come se mutassi pelle. Adesso non corteggio la donna che mi piace, ma corteggio il pet di quella donna specifica; l’animale domestico che porta a spasso; l’animale domestico di cui essa è invaghita sul suo profilo social. Ma anche l’attivista di campagne pro-animal-life, colei che si occupa del rispetto e dei diritti degli animali in senso lato, compresi quelli che subiscono destini infausti nei laboratori scientifici (cavie della vivisezione), o quelli che finiscono facilissimamente nei nostri piatti (come il povero pollo, un animale ammazzato da tempo immemore per la nostra nutrizione e che è pure l’animale più ‘protetto’ e longevo, come razza, insieme all’uomo sul pianeta Terra: non si estinguerà mai, è troppo buono da mangiare!).
Certo, se tutti facessero come me, be’, la procreazione sarebbe ridotta ai minimi termini e non servirebbero epidemie, guerre e carestie per sfoltire il numero insostenibile degli abitanti del pianeta, come oggi purtroppo accade.
Neppure il divertimento tout-court dell’esperienza sessuale occasionale sarebbe più contemplato. I rapporti viaggerebbero on line, dove tutte le fantasie erotiche e pornografiche sarebbero esaudite in quella cornice virtuale, e nella vita reale si ritornerebbe al benvenuto rigore instaurato pacificamente, col consenso dei sessi, promuovendo una società basata sul rispetto e le pari opportunità, tutto senza ricattini o secondi fini reconditi: la pace tra i sessi riscaldarsi distesa alla luce del sole, nell’ottica amicale più progredita e civile.
L’uomo cesserebbe di prevaricare lo spazio femminile e non lo invaderebbe più (entro qualsiasi contesto si tratti) con le sue molestie sessuali – anche se dovessero risultare carini i modi di manifestarle – di ogni grado, specifica ed ordine che siano; giacché l’uomo, si sa, pensa solo al sesso femminile per il proprio egoistico appagamento.
Egli, infatti, ci tiene molto a comunicare alla donna, in ogni frangente, il proprio status superiore di uomo, la sua predominanza, supposta, su di lei; assurgendo a vero scassacazzi e disturbatore dell’armonico scorrere della timeline di vita.
Quindi, dicevo, ho traslato il mio interesse, che prima era sessuale nei confronti delle donne, in amichevole verso gli animali di compagnia delle belle figliuole, e quando ne scorgo una al parco che passeggia col suo amico a 4 zampe, eccomi che mi avvicino spensierato al pet e lo accarezzo inginocchiandomi a lui. Gli faccio un sacco di dolci complimenti e lo accarezzo benignamente, poi intesso una sorta di dialogo pacato con la padroncina del pet, cui rivolgo domande esclusivamente mirate alla conoscenza di curiosità particolari tipiche dell’animaletto tanto caro (in realtà lo è) e simpatico, però ignaro, lui come lei, della mia nuova tattica di approccio all’altro sesso (ma tanto il pet ci guadagna lo stesso in carezze e apprezzamenti).
Si, lo so, la tattica è vecchia e rodata come il cucco, ma funziona.
A tutto ciò, sorgono aspetti positivi: il primo è che esci dall’isolamento, dato che chiacchieri con un altro essere umano, e la gratifica si estende per via inclusiva anche all’animale centro delle attenzioni; il secondo è che, se ci rincontrassimo, con la padroncina, potrebbe essere possibile la nascita di un’amicizia occasionale fondata sul rispetto ossequioso e distante, oltremodo capace di farci sentire più umani e migliori. La felicità sta nelle piccole cose da condividere.
All’inizio, lo confesso, ho avuto la pervicacia di quagliare un flirt con qualche bella signora adocchiata (quel pelo visibile tirava più di un carro di buoi), ma poi ho desistito da tale proposito in maniera davvero naturale e ho preso a invitare, col permesso di chi lo portava a spasso, l’animaletto caro ad entrambi, esclusivamente per trascorrere ore bucoliche insieme al pettuccio.
Cioè, mi sono improvvisato pet-sitter, e da allora il mio amore ed interesse è rivolto solo a quelle creature, vivendo oramai nella speranza che la donna non pensi mai più che l’uomo sia solamente una persona cattiva e sessista.
In seguito ho aperto una pagina FB per raccontare di codesta mia esperienza e molti uomini hanno aderito ad essa.
Siamo in tanti e cresciamo di numero, giorno dopo giorno, a ritmo sostenuto.
Tutti noi abbiamo in comune un aspetto sostanziale e precipuo, tramutato, in secundis, in filosofia di vita: casomai le donne ci desiderassero, bene, tocca a loro venirci incontro!