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Red Sky

Uno stimolante scambio di opinioni con Red Sky, l'artista mascherato che sta cercando di sovvertire gli schemi della nostra scena musicale con il suo "non-genere".

Red Sky

Red Sky è l’artefice di una delle espressioni musicali più stimolanti emerse nel nostro paese negli ultimi anni, questo detto con buona pace dei detrattori.
Dopo aver recensito il suo ultimo Ep Kamasutra, abbiamo colto l’occasione per fare una lunga chiacchierata nel corso della quale abbiamo anche provato a punzecchiare il nostro che, come già si sapeva, si è confermato un musicista ed una persona dalle idee chiare, espresse tramite risposte mai banali e piuttosto dirette.

iye Partiamo parlando della genesi di Red Sky, ovvero, da dove scaturisce in un giovane musicista di estrazione metal l’esigenza di stravolgere le consuetudini in un ambito artistico invero piuttosto stagnante?

L’esigenza di stravolgere questo ambiente nasce proprio dal fatto che questo ambiente non viene mai stravolto, è sempre tutto uguale, e di conseguenza la noia mi porta a creare cose nuove (non dovrebbe fare proprio questo un artista?). Una volta ragionavo anche io in modo limitato, tipo “questo è metal, non posso metterci questa cassa cosi tamarra” oppure “questo è rap, non ci può stare il growl”, poi invece ho imparato ad eliminare tutte queste convinzioni limitanti e il “perché no?” ha preso il posto del “no”. Aggiungo infine, che oltre al pregio/difetto di annoiarmi facilmente, sicuramente anche il bisogno di esprimermi liberamente e le mie letture di Bruce Lee hanno fatto la loro parte.

iye Qual è il significato simbolico della maschera ? Non sei mai stato tentato di rinunciarvi mostrando così a tutti il vero volto di Red Sky?

La maschera rappresenta l’annullamento della mia immagine a favore della mia musica, e allo stesso tempo mi fornisce un volto nuovo, maggiormente riconoscibile. Inoltre, dato che sul palco non sono Leo, ma Red Sky, è giusto che anche la faccia non sia quella di Leo, ma quella di Red Sky.
Riguardo il mostrare il mio vero volto ogni tanto ci penso, più che altro perché fare tutto con la maschera è abbastanza scomodo, ahahah

iye Il tuo progetto mi ha convinto fin dal momento in cui mi ci sono imbattuto, nello specifico quando ho dovuto recensire “Solo Musica a Riempirmi Gli Occhi”, e questo nonostante il rap sia sempre stato piuttosto lontano dal mio modo di vedere la musica. Il tuo motto è “la musica è una”, bello ed efficace, ma in un mondo come il nostro pressoché utopistico; quante persone pensi ci siano in giro capaci davvero di ascoltare ed apprezzare sia gli Slayer che Fabri Fibra?

La mia missione parte dalla premessa che la musica non ha genere, e che quindi, se fatta bene, può piacere potenzialmente a chiunque. L’arte è comunicazione, si tratta di vibrazioni che agiscono sull’anima: di conseguenza tutti i limiti di genere, lingua, ecc sono cose che abbiamo creato noi, ma in realtà la cosa è molto più profonda, e la vera domanda dovrebbe essere “quanta gente pensi ci sia in grado di percepire veramente l’arte?”. Più volte ho scoperto che la mia musica piace ai bambini, e questo per me è il più grande complimento che ci sia, perché loro sono gli artisti migliori del mondo, e se loro capiscono la mia musica, significa che va nel verso giusto. Tu puoi anche non conoscere ne gli Slayer ne Fibra, ma puoi apprezzare quel che faccio, cosi come chi li apprezza entrambi può non apprezzare, è questione di anima e consapevolezza. Detto questo, è l’artista a dover educare la massa, non il contrario, per cui anche se ci fossero cosi poche persone in grado di ascoltare la musica nella sua complessità, se farò bene il mio lavoro, quando appenderò la maschera al chiodo ce ne saranno molte di più.

iye “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, e l’arte in tal senso non fa eccezione: è vero che il padre di questa citazione (Lavoisier) era uno scienziato e non un artista, ma cosa significa, alla fine, essere davvero originali ? Secondo te chi sono, nella storia della musica contemporanea, quelli che hanno davvero aperto nuove vie?

Essere originali significa proprio ciò che hai detto, ovvero ricombinare gli elementi che già esistono in modi nuovi, e per fare questo basta esprimersi sinceramente, senza limiti. Ognuno di noi è un essere unico e inimitabile, per cui se ognuno di noi si esprimesse in maniera sincera e totalmente libera, partorirebbe necessariamente qualcosa che prima non esisteva.
Nella musica contemporanea non saprei dirti … i miei punti di riferimento sono fuori dalla musica (Bruce Lee e Carmelo Bene), proprio perché nella musica manca una vera rivoluzione da molto tempo a mio parere. Per quanto riguarda il rap, Eminem e Fibra sono sicuramente stati molto importanti e hanno ispirato tantissima gente, mentre nel metal le uniche novità che sono arrivate in 30 anni sono l’aggiunta di qualche break down o di un po’ di elettronica, perché il pubblico metal è talmente conservatore che non ammette nulla di nuovo … basta guardare il thrash metal: migliaia di gruppi identici che ripropongono gli stessi riff da sempre, e il loro pubblico è contento cosi.

iye Tornando al precedente Ep, un brano come “Neve” (a mio modesto parere una delle canzoni più belle composte in Italia negli ultimi anni), possedeva tutti i crismi per trasformarsi in una vera e propria hit. Nonostante i buoni riscontri ciò di fatto non è accaduto, eppure il potenziale commerciale della tua musica dovrebbe essere appetibile anche per etichette di un certo peso: non pensi che la scelta dell’autoproduzione sia un po’ limitante in tal senso?

Grazie! Io credo molto nella meritocrazia: se Neve non è diventata una hit significa che non aveva i presupposti, e anche io ne sono convinto tra l’altro (in Italia funziona ben altro). Per quanto riguarda la mia carriera in generale, le etichette di un certo peso non si fanno avanti fin quando le views non raggiungono le 6 cifre, mentre le piccole etichette ormai sono totalmente inutili se non dannose nello scenario moderno, per come la vedo io. L’unica cosa che può fare un musicista è trovare la formula del suo successo e trovare il modo di meritarsi un grosso contratto.

iye Del resto il tuo approccio sembra rifuggire lo schema consueto che prevede la ripetizione all’infinito del ciclo composizione – disco- tour e, praticamente ogni giorno, la tua pagina Facebook si arricchisce di nuovo contenuti, siano essi episodi di freestyle o cover. Ritieni che questa possa essere in un prossimo futuro una via preferenziale per la divulgazione della musica?

Il ciclo composizione-disco-tour funziona con gli artisti già affermati, che da tutte queste fasi guadagnano: per chi ancora non è affermato, disco e tour sono solo una spesa inutile … che senso ha produrre un disco di 12 tracce e un tour nazionale se nessuno compra il disco e nessuno viene a vederti dal vivo? La cosa più intelligente che può fare un artista nella mia situazione è farsi notare pubblicando contenuti il più regolarmente possibile e crearsi una fanbase sempre più grande. Nel rap è una cosa abbastanza normale, molti artisti fanno il primo disco quando firmano con la major, e magari nei 10 anni precedenti avevano pubblicato solo singoli o mixtape (un’altra cosa da cui i metallari dovrebbero imparare, anziché fare le rock star dopo il primo demo). Per rispondere alla tua domanda quindi, questa strategia fa già parte del presente al di fuori del metal.

iye La tua iperattività potrebbe essere però un’arma a doppio taglio: in “Kamasutra” dici “se non compongo mi decompongo” ma il rischio di disperdere qualche energia di troppo diluendo la tua creatività con un effetto inflazionante è concreto …

Io credo che qualunque dote, allo stesso modo di un muscolo, più venga esercitata più migliori: per cui mantenendomi costantemente in allenamento il risultato è che miglioro sempre di più. Anche io una volta tendevo a tenermi le basi più belle o i testi più belli per future opportunità più grosse, ma poi quando arrivavano quelle opportunità ti accorgevi che quelle basi e quei testi non erano poi cosi belli come pensavi, perché nel frattempo eri migliorato. Se scrivi testi continuamente, impari a scriverne sempre di più e sempre di migliori, e soprattutto se vuoi fare l’artista di lavoro, si presume tu sia in grado di avere sempre qualcosa da dire … se riesci a scrivere per miracolo 10 brani in un anno, a mio avviso non è il tuo mestiere.

iye Come ho scritto in sede di recensione, il tuo nuovo lavoro appare fin da subito più coeso e ben focalizzato rispetto al predecessore; nel complesso non si evidenziano brani più deboli, anche se emerge in maniera più netta una certa dicotomia tra il Red Sky più poetico e malinconico delle ultime tre canzoni rispetto a quello polemico e corrosivo della title track o “Din Don Dan” e, parzialmente, di “Alieno”. La differenza di umore e di atteggiamento è sintomatica di due anime ben distinte nella tua personalità: in che modo riesci a farle convivere convogliando il tutto in musica?

Come ogni essere umano, la mia personalità contiene tutti gli spettri delle emozioni umane, ed è bello dare voce a ognuna di esse. Un’altra delle cose che ho imparato nel corso del tempo, e in cui il rap è più avanti rispetto al metal secondo me, è esprimersi sinceramente attraverso i testi, anziché recitare una parte, più o meno consapevolmente. Il bello del rap è che puoi parlare della quotidianità, di altri artisti, di cose pratiche e contemporanee, anziché di sangue, morte, dio e i soliti cliché del metal, che nel 90% dei casi sono cose astratte che l’artista non vive. In questo Ep parlo prevalentemente della scena italiana, di chi mi commenta i video, ma anche di cose più poetiche o astratte: non voglio più limiti alla mia autoespressione, né nella musica né nei testi … suono e scrivo ciò che mi pare, perché credo che un artista debba fare questo, in massima libertà.

iye Ma è davvero così difficile per chi fa rap rinunciare a ad utilizzare la propria musica per replicare agli attacchi di colleghi e haters assortiti ? Io francamente ti preferisco quando parli di te stesso come persona, scegliendo di metterti a nudo come fai magnificamente in “Re Minore”, per esempio, anche perché è facile intuire che dietro alla maschera c’è un ragazzo dotato di una sensibilità superiore alla media.

Ti ringrazio! Come dicevo poco fa il poter parlare dei tuoi veri problemi quotidiani e non solo di cose astratte è una delle cose belle del rap, per cui se ho centinaia di analfabeti che mi disturbano sotto i miei video o se la scena non mi soddisfa, posso dirlo in una canzone e sfogarmi. Attualmente parlare di “sangue che cade dal cielo” o della “paura del buio” non mi soddisfa più, mi annoia e lo trovo anche molto infantile. Apprezzo molto i testi poetici dei Dark Tranquillity ad esempio, e mantengo ancora questo aspetto in brani come Re Minore, ma per il resto mi godo questa possibilità che nel metal non ho mai avuto, di parlare della mia vita quotidiana, in italiano, e sinceramente.

iye Ora ti ti tiro benevolmente le orecchie … Non sono molto d’accordo con il testo di Din Don Dan, anche se mi rendo conto che subire critiche indiscriminate da parte di persone che scrivono e parlano senza arte né parte non sia piacevole. E’ fuori di dubbio che il web consenta a molti (forse troppi) di commentare qualsiasi cosa, sovente a sproposito, però se la critica musicale fosse appannaggio dei soli musicisti e non anche di quelli che “suonano solo il campanello” non si rischierebbe di trasformare il tutto in un circolo vizioso ? In fondo chi scrive di musica dovrebbe essere una sorta di medium, capace di trasformare in parole le emozioni, le gioie ed i dolori che la musica può indurre in chi la ascolta …

Io credo innanzitutto che la musica andrebbe ascoltata o suonata, non commentata/giudicata/discussa, perché tanto un artista, se si esprime sinceramente può esprimersi solo in quel modo, per cui dire a una rosa che doveva essere un tulipano non serve a niente.
In ogni caso, posso accettare delle critiche costruttive, ma non posso accettare gli insulti senza senso buttati lì, perché mostrano una mancanza di rispetto nei confronti di un artista, che mette il cuore in quello che fa e si ritrova INSULTATO da estranei solo perché a loro non piace ciò che fa o perché sono frustrati nella vita e devono sfogarsi. Il problema in realtà è proprio questo: gli haters non sono gente che non apprezza la tua musica (perché la gente normale se non ti apprezza va ad ascoltarsi qualcos’altro), questa è gente che nella vita ha fallito e allora passa il tempo girando per il web cercando di attirare l’attenzione insultando cose random: a questa gente continuerò sempre a dire “tu criticami pure, parla, commenta, ma tanto con conti un cazzo”, perché non meritano altro (se non qualche ceffone in più dai genitori).

iye In “Ikigai” canti “Un uomo senza sogni non è un uomo è una cosa” … condivido, però troppo spesso i sogni fanno a pugni con la cruda e nuda realtà di tutti i gironi, fatta di bollette e mutui o affitti da pagare: giustamente ogni musicista vorrebbe provare a vivere con i proventi della propria arte, tu al momento ci riesci o confidi di farcela in futuro?

Nella scena odierna, per vivere di musica serve fare il botto veramente in grande, ed è ciò a cui punto. Bisogna essere consapevoli però che i sogni per diventare realtà necessitano di piani e obiettivi precisi, tanto impegno, tanto tempo, tanti soldi e tante energie. Sicuramente se crei un gruppo e poi non hai 20€ per stampare 10 t-shirt non è il caso di continuare, se punti in alto. Tutto questo inferno serve però a scremare e temprare i futuri artisti di successo … chi molla prima significa che non ci tiene veramente, e di conseguenza il posto non se lo merita.

iye In “Alieno” affermi “Non appartengo alla scena metal, al rap nemmeno “ però è indubbio che gran parte dei tuoi estimatori provenga da questi settori, così come chi ti critica, a volte anche pesantemente ed ingiustamente: secondo te quale delle due cosiddette scene è più ricettiva nei confronti della tua proposta?

Sicuramente la scena rap, perché è composta di ragazzi più giovani e più aperti alle novità, a cui interessa divertirsi e chissenefrega della definizione, della tecnica, e di mille altre cose. I metallari invece sono chiusi a qualsiasi novità, vanno ai concerti per vedere se l’artista sbaglia una nota, sono molto più critici e molto più bacchettoni, e per tutti questi motivi non hanno mai permesso al metal di evolversi e di conseguenza di attirare nuovi giovani, quindi ci ritroviamo una scena di 40 enni che come ho detto in un brano, “Cantano ancora Fear Of The Dark”. Poi anche il rap è pieno di gente chiusa mentalmente, che ti critica se usi l’autotune, che è rimasta agli anni 90 ecc., però fortunatamente il rap è influenzato dalle mode, quindi arriva anche gente nuova, il metal invece no, stagna da sempre (soprattutto in Italia).

iye Le collaborazioni sono sempre un aspetto importante nell’economia della tua musica, ma nelle ultime due uscite gli artisti che vi hanno preso parte (Martina Ambruosi degli Ideogram, Vera Clinco dei Celestis, Locus Animae) appartengono comunque alla cerchia di musicisti che fanno capo alla Ronin Agency. Preferisci affidarti a loro proprio perché ne conosci meglio le doti oppure non si è ancora manifestata l’opportunità di avvalerti di qualche nome anche più pesante dal punto di vista della popolarità?

Io collaboro con gli artisti che mi piacciono e che ovviamente conosco, e in genere sono molto aperto ai feat … recentemente ho registrato un brano per un artista indonesiano praticamente sconosciuto, quindi non ho grosse richieste se non la stima reciproca e delle buone capacità. Per quanto riguarda gli artisti più grossi, ci proverò nei prossimi mesi 😉

iye Tu hai già fatto qualche apparizione dal vivo ma, correggimi se sbaglio, non hai mai affrontato come Red Sky un tour vero e proprio con più date ravvicinate. Come ti poni nei confronti dell’attività on stage, la vedi come uno sbocco naturale o piuttosto come un male necessario?

Ho fatto un po’ di date in passato ma ho smesso perché non ne potevo più, e perché non serve a niente. Fare live in Italia a questo livello è frustrante e significa suonare davanti a 10 persone, con altre band che se la tirano e locali che spesso non hanno una strumentazione o un ambiente adatto per i live. Per cui, da quando ho smesso di ritenermi un principiante, ho limitato l’attività live alle situazioni con i giusti requisiti: tanto non è che chi suona di più emerge di più, ANZI.

iye In “Din Don Dan” dici ancora “Questa non è una carriera , è una rivoluzione” … un programma sicuramente ambizioso, che trova comunque l’appoggio incondizionato della nostra testata, sempre attenta alle espressioni musicali ed artistiche che provano a sovvertire lo status quo partendo dall’underground. Concludo questa piacevole e spero anche interessante chiacchierata chiedendoti di fare un beve consuntivo degli obiettivi che, finora, ritieni di avere raggiunto e di quelli che ti sei prefissato per il futuro.

Innanzitutto vi ringrazio per lo spazio e per il supporto che mi avete sempre dimostrato, dato che non sono molte le webzines metal che mi accolgono ormai 😉 (in realtà IYE non è una webzine metal, anche se può sembrarlo poiché questo genere viene trattato più di altri, e il fatto che la recensione che ha ottenuto più contatti nella nostra storia sia proprio quella di un disco rap ne è la prova … nda)
Per quanto riguarda gli obiettivi, finora ciò che ho raggiunto è stato di vedere i miei video condivisi da artisti del calibro di Gue Pequeno o di grosse realtà come Metal Sucks, Ultimate Guitar, e altre testate …oltre all’aver suonato prima di artisti affermati. Quest’anno inoltre, i miei canali sono cresciuti in 12 mesi tanto quanto nei 3 anni precedenti messi insieme.
Per il futuro, penso si sia intuito dalle mie risposte alle precedenti domande … punto ad avere indietro quanto ho dato in questi 12 anni di attività.

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