I Restorations sono un pugno in faccia all’inedia e al grigiore, sono un riff di chitarra urlato davanti a chi potrebbe prenderli per emo, una frase come “Imagine not waiting for something to come along, imagine going outside to hear the sweet sound of separate songs” per zittire chi li chiama ancora punk, un assolo dopo l’altro per convincerti che no, non assomigliano ai Foo Fighters, e neppure ai Fugazi, la catarsi di un coro da stadio per tirarti su di morale, una voce rotta che non vuole arrendersi, una chitarra che rallenta, la forza di andare avanti e il coraggio di guardarsi indietro.
I Restorations sono tutto questo e altro ancora, sono musica che ti ricorda qualcosa o qualcuno ma non sai mai dire cosa esattamente, perché in fondo sono personali e differenti, sono un’ottima band di Philadelphia che nasce da radici punk rock e, al terzo disco (dopo un omonimo e LP2 – non molto tempo perso per scegliere i titoli degli album), continua aggiungere ingredienti e a migliorare la propria alchimia, mantentendo un’impronta solida, tagliente, coinvolgente, chitarrosa.
Separate Songs, Tiny Prayers, The Future, sono forse i tre esempi migliori, picchi emozionali e elettrici di un grande album rock. Fortemente raccomandato, nella speranza che passino presto in Europa.
Tracklist:
1.Wales
2.Separate Songs
3.Misprint
4.Tiny Prayers
5.All My Home
6.Most Likely A Spy
7.No Castle
8.The Future
9.It’s Not
Line-up:
Carlin Brown – Drums/Percussion
David Klyman – Guitars/Vocals
Jon Loudon – Guitars/Lead Vocals
Ben Pierce – Guitars/Keyboards/Vocals
Dan Zimmerman – Bass/Vocals