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Recensione : Righini – Houdini

Canzoni cariche di fascino e delicatezza

A quattro anni di distanza da “In Apnea” il cantautore romagnolo Giuseppe Righini ritorna per Ribéss Records con Houdini. Il disco, abbracciando in maniera definitiva l’elettronica, si compone di dieci brani in bilico tra freddezza sintetica e calore cantautorale.

Il delicato e discreto avvolgere di Monge Motel, caratterizzato da un’elettronica asciutta e pulsante, introduce l’incalzare ammiccante della spigliata e coinvolgente Magdalene, prima di lasciar spazio alla pacatezza venata di malessere dell’intensa Amsterdam.
Il crepitare digitale di Nonsense Dance, invece, scivolando in ritornelli al sapore di Cristiano Godano, apre al cupo sbriciolarsi, su melodie sottili, di Licantropia, mentre l’elettro rock ruvido e corposo della calda Bye Bye Baba, cede spazio alle melodie convincenti della sporca e densa Tic Toc Bar.
Il distendersi, galleggiando su ritmi asciutti e liquide melodie, di Lungo La Strada, infine, lascia che a chiudere sia il sound rarefatto di Houdini e il dialogare di pianoforte, violoncello e voce di Non Siete Soli.

Con questo terzo lavoro Giuseppe Righini dimostra, ancora una volta, di essere un cantautore da seguire con attenzione. Il suo Houdini, infatti, mescolando con sapienza cantautorato ed elettronica, scorre morbido riducendo al minimo i possibili intoppi. Non aspettatevi pezzi accattivanti che strizzano troppo l’occhio al pop, ma piuttosto canzoni cariche di fascino e delicatezza.

Tracklist:
01. Monge Motel
02. Magdalene
03. Amsterdam
04. Nonsense Dance
05. Licantropia
06. Bye Bye Baba
07. Tic Toc Bar
08. Lungo La Strada
09. Houdini
10. Non Siete Soli

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