I Rocket from the tombs,ecco una band ammantata da un alone, giustificatissimo,di leggenda.
Formatisi in quel di Cleveland nel lontano 1974 potevano vantare di aver in formazione dei veri e propri calibri da 90 della levatura di David Thomas e Peter Laughner che poi confluiranno nei Pere Ubu,il secondo dei quali prematuramente dipartito,e Cheetah Chrome e Johnny Blitz che andranno poi a far parte dei fantasmagorici Dead Boys.
I nostri non lasciarono alcunchè di tangibile nel loro breve periodo di vita e nessuno pubblicherà nulla del loro repertorio fino a quando la benemerita Glitterhouse Records nel 2002 darà alle stampe lo splendido “The day earth me…”,un album che ogni appassionato di punk-rock dovrebbe annoverare nella propria collezione.
L’anno dopo il gruppo si riformerà per alcune date dal vivo con la line-up originaria,con l’unica forzosa defezione di Laughner,ma con l’aggiunta di altri due personaggi influentissimi quali Richard Lloyd (ex Television)
e Steve Mehlman anch’egli già nei Pere Ubu.
Ora,sia ben chiaro,certi suoni e certe atmosfere non ritorneranno più,quindi aspettarsi dai Rocket from the tombs nel 2011 un album che rinverdisca i fasti di quasi quarant’anni orsono sarebbe una pia illusione,resta il fatto
comunque che questo “Barfly” è disco più che dignitoso il cui ascolto certamente non cambierà le vostre vite,ma che resta ugualmente un’ottima raccolta di canzoni suonate da musicisti più che preparati.
Ascoltare per credere l’hard-punk graffiante dell’iniziale “I sell soul”,il mio pezzo preferito,la ruvidità di !”Sister love train” quanta la calibrata melodie di ballate quali “Romeo & Juliet” o “Birth day” per faris un’idea di quanto una band di arzilli quanto altolocati vecchietti può proporre.
Di certo non sarà il ritorno del secolo ma perdersi questo appuntamento con un pezzo di storia come i Rocket from the tombs potrebbe rivelarsi un vero e proprio errore.
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