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Recensione : Ronin – Fenice

Ronin - Fenice: Fenice segna il ritorno sulle scene dei Ronin (Bruno Dorella, Nicola Ratti, Chet Martino, Paolo Mongardi). Il nuovo disc...

Fenice segna il ritorno sulle scene dei Ronin (Bruno Dorella, Nicola Ratti, Chet Martino, Paolo Mongardi). Il nuovo disco, più cupo, cerebrale e freddo rispetto ai precedenti lavori, riprende le redini del discorso innovando e rinnovando, tra cavalcate ancor più vibranti, malinconie al sapore di deserto e nuove prospettive.

Ad accoglierci nell’universo di Fenice è la sinuosa, cerebrale e matematica Spade che, tra note pizzicate, ritmi ben scanditi, ipnotismi e spirali, apre alla vigorosa Benevento e alla sua sibilante chitarra (capace di guidare tutti gli strumenti anche in mezzo al fragore). Selce, più oscura e raffinata, scivola lentamente nelle nostre orecchie attraverso freddi deserti color tenebra, mentre Jambiya (già diventata un classico) scalcia e galoppa con le briglie al vento, selvaggia, indomita e dal cuore nero (Enrico Gabrielli al pianoforte). In Fenice, malinconica e scarna title track, compare il violino di Nicola Manzan, ma la vera sorpresa è la successiva It Was A Very Good Year (Ervin Drake) dove, oltre all’affascinante voce di Emma Tricca, trova posto anche l’organetto di Umberto Dorella. Gentlemen Only, molto più improvvisata e concentrata sul dialogo fra strumenti, mette in gioco un clima più disteso e solare, contrapponendosi alla successiva Nord, nuovamente cupa e tenebrosa, carica di echi e riverberi. Infine, Conjure Men, con il deserto ormai alle spalle, sposta le coordinate in Centro America, assumendo forme a metà tra sapore indios e cultura ispanica, grazie ai ritmi coinvolgenti, ai fiati ed agli ottoni.

Un disco cupo e a tratti freddo, un deserto un tempo caldo che lentamente diventa algido; le atmosfere sono cambiate in casa Ronin e questo Fenice ne è la testimonianza. Canzoni intense, raffinate e cerebrali, una fiammeggiante fenice che muore (le sonorità portate avanti fino a questo punto) e che, allo stesso tempo, rinasce (quella conclusiva Conjure Men, così fuori rotta rispetto agli altri pezzi). Questa volta giochiamo ad interpretare, magari ci azzecchiamo, magari no; l’unica vera certezza è che questo nuovo disco firmato Dorella & Co piace proprio tanto: consigliato.

http://soundcloud.com/tannenrecords/ronin-jambiya

TRACKLIST:
01. Spade
02. Benevento
03. Selce
04. Jambiya
05. Fenice
06. It Was A Very Good Year
07. Gentlemen Only
08. Nord
09. Conjure Men

Ronin-Fenice

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