iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : Ruststained – Years in Vain

L’operato dei Ruststained non appare affatto didascalico anche perché traspare ad ogni nota una genuinità e una passione che sono lontani anni luce da ogni forma di plastificazione musicale.

Melodic death doom dalla Macedonia del Nord? Ce l’abbiamo. Dalla capitale della nazione balcanica arrivano i Ruststained, quintetto che si cimenta con la materia con il piglio di ha le idee molto chiare sul percorso da intraprendere.

L’album di debutto, intitolato Years in Vain, contiene infatti dieci canzoni molto essenziali e dirette tramite le quali i ragazzi di Skopje non inventano nulla di nuovo ma restituiscono al meglio quelli che probabilmente sono stati gli assidui ascolti delle migliori band di settore; nonostante ciò, l’operato dei Ruststained non appare affatto didascalico anche perché traspare ad ogni nota una genuinità e una passione che sono lontani anni luce da ogni forma di plastificazione musicale.

I brani si susseguono così con una grande fluidità favorita dal buon impatto melodico dei solos chitarristici, con alcune punte davvero sorprendenti per intensità e qualità come l’ottima Crude Truth, dai gradevoli sentori che riportano ai Sentenced e miglior esempio possibile delle buone doti messe in mostra da Ivan Kostičevski (voce), Vedran Anovski e Stefan Cvetevski (chitarre), Manuel Bogoevski (basso) e Siniša Đorđević (batteria).

Una piacevole sorpresa tanto più proprio in quanto giunge da un’area geografica in cui il sottogenere non è così assiduamente frequentato.

2024 – Autoproduzione

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP