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Recensione : Ruststained – Years in Vain

L’operato dei Ruststained non appare affatto didascalico anche perché traspare ad ogni nota una genuinità e una passione che sono lontani anni luce da ogni forma di plastificazione musicale.

Ruststained – Years in Vain

Melodic death doom dalla Macedonia del Nord? Ce l’abbiamo. Dalla capitale della nazione balcanica arrivano i Ruststained, quintetto che si cimenta con la materia con il piglio di ha le idee molto chiare sul percorso da intraprendere.

L’album di debutto, intitolato Years in Vain, contiene infatti dieci canzoni molto essenziali e dirette tramite le quali i ragazzi di Skopje non inventano nulla di nuovo ma restituiscono al meglio quelli che probabilmente sono stati gli assidui ascolti delle migliori band di settore; nonostante ciò, l’operato dei Ruststained non appare affatto didascalico anche perché traspare ad ogni nota una genuinità e una passione che sono lontani anni luce da ogni forma di plastificazione musicale.

I brani si susseguono così con una grande fluidità favorita dal buon impatto melodico dei solos chitarristici, con alcune punte davvero sorprendenti per intensità e qualità come l’ottima Crude Truth, dai gradevoli sentori che riportano ai Sentenced e miglior esempio possibile delle buone doti messe in mostra da Ivan Kostičevski (voce), Vedran Anovski e Stefan Cvetevski (chitarre), Manuel Bogoevski (basso) e Siniša Đorđević (batteria).

Una piacevole sorpresa tanto più proprio in quanto giunge da un’area geografica in cui il sottogenere non è così assiduamente frequentato.

2024 – Autoproduzione

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