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Recensione : S.G.A.T.V. – S.G.A.T.V.

Nelle sonorità dei SGATV si può riconoscere e distinguere anche la geometria fredda e imperscrutabile di tanta NDW (la Svizzera è stato il paese dei grandissimi Grauzone che, ad ogni buon conto, gli SGATV hanno ascoltato e fatto tesoro)

Occorre dunque risalire all’origine di un suono, sempre, per riconoscerne la bontà ogni qual volta questo venga riproposto.

Dai Silver Apples ed il loro stupefacente primo LP, passando per Suicide, Screamers, Nervous Gender e arrivando fino ai Lost Sounds;

la musica ritmata che utilizza un synth come strumento centrale ciclicamente ritorna per imporsi.

A questo giro tocca a noi, qui in Europa, dare nuovo fasto ad un suono che non stanca mai se non per inflazione di nomi e dischi:

il francese Cuir ha riportato in auge un modus operandi e gli SGATV, dalla Svizzera, lo aiutano in tal senso. Certo, Cuir è molto più violento e cruento, mentre gli SGATV sono molto più ironici e melodici, ma è solo nell’eterogenia che un movimento si rende interessante agli occhi, anche di chi, di queste robe qui, mai ebbe a riflettere, ascoltare e arrivare a delle conclusioni.

Anzi, se possibile, a delle conclusioni sarebbe meglio non arrivare mai.

Gli SGATV vantano un certa parentela con gli australiani Ausmuteants ed il loro incredibile secondo album “Order of Operation” del 2014: urla disumane che si confondono in una fitta cortina di armonie sintetiche anni ’80 dove, tuttavia, quella spinta tra l’aggressivo ed il disilluso tipica del rock’n’roll suonato con rabbia e frustrazione (Jay Reatard solista su tutti) sembra voler dare un senso definitivo al tutto, sancendo una definitiva e inconfondibile parentela più con gli ambienti underground che con tristi festini revival anni ’80.

Gli SGATV sono tutt’altro che nostalgici ma, anzi, mescolano le carte in tavola e, nel loro continuo e snervante mid tempo, si scavano di diritto la loro nicchia che, se non l’originalità, dona al gruppo una certa unicità:

questa roba potrebbe suonare anche posticcia ma, se così fosse, è solo colpa di un orecchio che è collegato ad un cervello che non riesce, o non vuole, più stupirsi;

nelle sonorità dei SGATV si può riconoscere e distinguere anche la geometria fredda e imperscrutabile di tanta NDW (la Svizzera è stato il paese dei grandissimi Grauzone che, ad ogni buon conto, gli SGATV hanno ascoltato e fatto tesoro) fino ad avvertire la dura disciplina del Kraut Rock di Neu! e Amon Dull II (da questi, in particolar modo, attingono per le loro fughe verso un teatro grottesco di urla che paiono sberleffi).

Ovviamente nel mezzo, e a fare da traino, c’è il Punk Rock, punto di riferimento e base operativa per il gruppo svizzero che fa suonare tutto in modo più istintivo e genuino.

L’ Europa continentale, trovandosi per mano il testimone del synth punk, si sta rivelando terreno fertile per certe idee e sonorità, forte dei suoi trascorsi e della sua storia; gli SGATV sono l’ennesimo tassello di un percorso ascendente (insieme a Kalle Hygien, il già citato Cuir e i Crime_Waves) che tende a fare del genere in questione un linguaggio comunemente condiviso in tutto il globo, impreziosendolo con le proprie particolarità ed eccezioni.

S.G.A.T.V.

1. Never Trust The Rich 03:23
2. Fire, Owls And Doomed Television 03:56
3. Letter Bomb 02:54
4. Dream On The Screen 03:16
5. Dark Shadow 03:56
6. Brain Not Ok 02:18
7. I Need You 02:39
8. Boba Fett Rock 01:54
9. Uranium Dreams 04:27
10. Suburban Warzone 04:14
11. The Twilight Of Infinite Loneliness 04:12

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