Dopo 13 anni di oblio tornano i Sabot!
Per tastare il terreno dopo lunga assenza si concedono un mini-tour di 6 date in Europa (2 in Polonia 2 in Germania 2 in Italia) , Firenze risponde in massa ed è confortante vedere sotto il palco gente di ogni età.
Grandissimi i ragazzi del Next che si sbattono uniti negli intenti, dai cuochi ai fonici. per chi non conosce i Sabot,sono un duo basso/batteria strumentale che da anni deliziano le orecchie di mezzo mondo (anzi di tutto il mondo, che hanno girato in lungo e in largo). Per gli altri si sa che è faccenda di cuore. Amore.
Quello con la A cerchiata che infervora l’anima e plasma lo spirito.il concerto è suddiviso in 4 tranches, ognuna introdotta dai pezzi nuovi (che insieme formano “clear” 10″ loro ultima fatica).la musica sempre quella: un balbettar verboso di basso ora rotondo ora sguaiato e distorto ad inseguire caracollante un macchina (in)umana che frantuma ritmi in continuo piroettar di tempi frenetici/dilatati/nervosi esplosi in piena faccia. L’impatto è quasi metal, lo spirito hardcore,il genio jazz, l’audacia dei grandi.
Tra i pezzi vecchi “crime scene return” (vero e proprio manifesto liofilizzato) “face the mirror” (con staccazzi al cardiopalma) “pebble and soul” ( con i suoi tenebrosi contrappunti che diventan spasmi incontrollati, una sorta di primus ermetici). Cercan di congedarsi ma si reclama il bis ed il patto con Hilary (batterista) è quello di ballare tutti insieme, così parte “resurrection” e tutti si cerca di muoverci all’unisono, ma non è così facile , sento già l’horror vacui da fine concerto.
Prima di loro un ispiratissimo Jacopo (col moniker di “indipendente” scritto in arabo) orchestra video-proiezioni montate al suo fianco, con perizia calligrafica ed effetto sognante . C’è anche un pezzo cantato da Hilary, davvero emozionante.
Prim’ancora il doom grrrowlato dei Lestophant, power-trio locale. Grazie della serata,
un bacione a Gino e Maria,ci ribecchiamo presto.