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Recensione : Sadist Firescorched – Agonia Records – 2022

Sadist Firescorched - Agonia Records - 2022 // Dopo quattro anni un ritorno in grande stile per i Sadist, la storica band prog death metal ligure e che negli anni ha esplorato tanti universi musicali, con una miscela più estrema e veloce del loro suono, tanti cambiamenti per un nuovo inizio.

Dopo quattro anni un ritorno in grande stile per i Sadist, la storica band prog death metal ligure e che negli anni ha esplorato tanti universi musicali, con una miscela più estrema e veloce del loro suono, tanti cambiamenti per un nuovo inizio.

“ Firescorched “ su Agonia Records è il nuovo disco degli italiani Sadist con una nuova formazione, una nuova etichetta e un nuovo inizio per il gruppo. I cambi in formazione sono stati due : alla batteria è entrato Romain Goulon, un grandissimo musicista che ha suonato per moltissimi gruppi, fra gli altri i Necrophagist e i Benighted che è andato a sostituire l’ottimo Alessio Spallarossa, mentre al basso è arrivato Jeroen Paul Thesseling una delle colonne del complesso degli Obscura. Partendo da qui il gruppo ha in pratica azzerato tutto quanto fatto prima e ha fatto questo disco come se fosse il primo di una nuova carriera, mantenendo alcuni punti fermi ma evolvendo ulteriormente il loro discorso musicale. Il precedente “ Spellbound “ era un buon disco ma si sentiva che una certa vena sonora stava andando a scemare per il gruppo, nel senso che andava cambiato qualcosa, e che ci si trovava davanti a diverse strade.

Le due colonne storiche rimaste, Tommy Talamanca chitarrista e tanto altro, e Trevor alla voce affermano che questo disco è un nuovo inizio per i Sadist, e che è il disco più estremo, sperimentale e veloce della loro storia. Forse non è il più sperimentale della loro storia, dato che il gruppo ligure ha superato diverse volte le colonne d’Ercole per esplorare mari sconosciuti, ma è sicuramente il disco più estremo, veloce ed oscuro della loro discografia. Il suono dei Sadist in questo disco si è indurito, diventando ancora più chirurgico e preciso, andando alla radice del male per diffonderlo. Il death metal assolutamente originale del gruppo è qui al suo massimo apice, e si fonde benissimo con il prog che li ha sempre accompagnati. I Sadist sono infatti un gruppo che ha sempre avuto un suono progressivo, e fatto a modo loro, miscelando moltissime istanze del prog per evolvere costantemente.

In “ Firescorched “ la componente prog innesca un death metal ancora più furioso, basti sentire un pezzo come “ Three mothers and the old devil father “ per rendersi conto di cosa siano diventati i Sadist, una furia allucinata che penetra prima nel cervello che nel fisico. Precisi, diabolici e con un afflato che tende allo spazio, “ Firescorched “ è la visione dall’interno di un male cosmico che non è quello di Lovecraft ma è molto più vicino a noi, poiché è al nostro interno. Trevot è in forma smagliante ed eleva notevolmente la sua capacità di impressionare l’ascoltatore con un cantato pressoché perfetto sempre bilanciato e mai pacchiano, andandosi a fondere ancora più in profondità con il suono del gruppo rispetto al passato.

Tommy Talamanca è uno dei musicisti più notevoli che abbiamo in Italia e qui mostra il perché, dando una nuova accezione al suo suono, ora molto più tagliente ed oscuro, con il solito incredibile lavoro di tastiere che è una delle maggiori peculiarità del gruppo. I due nuovi innesti sono incredibili e fanno compiere ai Sadist un notevole salto in avanti, partendo già da un’eccellente posizione. Ascoltare questo disco richiede calma e concentrazione, come si faceva una volta per gli ascolti che appassionavano non alla velocità della luce attuale vero e proprio consumismo, per poterne cogliere l’essenza e le tante sfumature di questo disco che si può tranquillamente definire capolavoro.

Per cogliere la profondità e l’ampiezza del suono dei Sadist è consigliabile l’uso delle cuffie nell’ascolto per potersi immergere completamente dentro questo disco e sentirlo sulle pelle, perché è un disco che guarda all’infinito ma è estremamente fisico al contempo. Ogni traccia ha caratteristiche proprie, ma ad esempio un pezzo come la titletrack “ Firescorched “ è incredibile, cambia registro quando meno te lo aspetti e passa dalla furia alle stelle in pochissimo tempo, come fosse un ufo che accelera rapidamente e scappa alla nostra vista dopo averci sconvolto.

Che fosse un disco estremo e molto importante lo si era già capito da “ Accabadora “ il singolo e poi bellissimo video che ha promosso l’uscita del full lenght. Il pezzo è devastante e coglie bene anche la commistione tra il Sadist e i temi weird e delle leggende italiane e sarde in questo caso, dato che loro sono sempre stati amanti dell’inusuale.

Il singolo rende solo parzialmente l’idea di quale scrigno di tesori sia il disco, di quanta strada hanno fatto i Sadist e di quanta ne vogliono ancora fare. Pietra miliare di un nuovo inizio, disco bellissimo, intenso e che lascia un segno.

Bentornati Sadist.

Sadist Firescorched

 

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