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Sanremo 2020

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Sanremo 2020

Perché Sanremo 2020 ha riconquistato i giovani e perso i non giovani.

Questa notte, facendo le 3 come non succedeva da anni ormai alla sottoscritta, ho visto la finale di Sanremo, dopo averlo seguito con grande coinvolgimento per tutta la settimana .
Sanremo non è solo musica, ma partiamo da questa, vedendo canzone per canzone, in ordine inverso di classifica finale.

FUORI GARA

Bugo (feat. Morgan) – Sincero “Le buone intenzioni, l’educazione”, è l’incipit della canzone. Forse andavano pesate meglio dall’interprete della canzone scritta da Bugo. Quando hai un amico che è un cavallo pazzo, a cui chiedi di partecipare con te, fino a che punto ti assumi la responsabilità di quello che potrebbe fare e fino a che punto speri non lo faccia? Non so come siano andate davvero le cose, chissà se nei prossimi giorni lo capiremo, davvero, al di là dei rigidi schieramenti innalzati fino ad ora. Dal mio punto di vista, se mi dovessi sposare, non chiederei a Morgan di fare da testimone e di portare le fedi, diciamo così.

(“Sono sincero, me l’hai chiesto tu, ma non ti piace più”)

23 RIKI – Lo sappiamo entrambi Ho la sensazione di averla già sentita… senza infamia e senza lode. Personalmente d’accordo con la classifica, che comunque non vuol dire aver fatto schifo: ha pur sempre cantato a Sanremo, no?

22 Junior Cally – No grazie Dissento. Per me è sì, grazie. Si è sentito di peggio in questo Festival. Purtroppo temo abbia pagato il prezzo di essere stato tacciato come nemico, settimane prima dell’inizio della competizione. E invece lui si è tolto la maschera ed ha dimostrato di non essere peggio di alcuni suoi colleghi molto più famosi.

21 Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare) Questa canzone mi è piaciuta tantissimo, è una hit allegra che rimane in testa, lei mi fa ridere, in senso positivo, non perché la trovi ridicola ma perché mi mette proprio il buonumore. Davvero qualcuno ha pensato che si sarebbe presentata con un pezzo “tipicamente sanremese”? Cos’è il tipicamente sanremese? Siamo nel 2020, nella settantesima edizione! Ma su questo punto tornerò dopo. Brava!

20 Giordana Angi – Come mia madre Mmm. Qui torno ad essere d’accordo con la classifica. Una giovanissima cantante, travestita o mascherata da una di 15/20 anni più di lei, nello stile cantato e in quello mostrato nello styling. Forse davvero solo troppo personale per arrivare al di fuori della sua cerchia? Non so.

19 Enrico Nigiotti – Baciami adesso “Baciami baciami adesso” è scritta sopra “credimi credimi sempre”. Va bene avere un genere, ma scrivere due volte la stessa canzone mi sembra un po’ troppo da comfort zone. Peccato, o forse no.

18 Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango Myss Keta nel “DopoFestival”, commentava i look dei partecipanti, tramite emoticon, senza l’uso di parole (superflue). Vorrei poter fare lo stesso.

17 Rita Pavone – Niente (Resilienza 74) Non capisco assolutamente come si sia potuta stroncare la Ritona nazionale. Se io arriverò alla sua età in quel modo, mi farò l’applauso da sola! Fantastica, dai.

16 Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso La troppo criticata Elettra Lamborghini, ha lasciato la strada che quando è nata si è trovata bella profilata all’orizzonte, per fare altro e non seguire il mestiere di famiglia. Qualcosa da cui imparare, anche se il cognome famoso non fosse Lamborghini ma un altro…

15 Marco Masini – Il confronto Chi se lo è trovato davanti, dopo anni che non lo vedeva, ossia persone attratte da Sanremo in quanto Sanremo e non in quanto programma di Rai1, sono rimaste basite dal suo cambio di look, che in realtà non ha adottato da pochissimo. Grande, fedele a se stesso, mi è piaciuto moltissimo!

14 Alberto Urso – Il sole ad est Tornare alle 18 di Michele Zarrillo, rileggere e stare fermo un giro

13 Anastasio – Rosso di rabbia Quando canta di essere rosso di rabbia e dice di avere 22 anni in una strofa, per partito preso mi si scioglie il cuore. Conosciuto ad X Factor, ad un primo ascolto la musica, scritta da lui, con l’arrangiamento rock, non mi aveva affatto convinta. Dal secondo ascolto in poi è cambiata completamente la percezione!

12 Levante – Tikibombom Beh, qui andiamo sul personale ragazzi. Seguo ormai da anni Levante, che posso dire di avere visto maturare, evolversi. La amo, Questa canzone non poteva non piacermi, anche se avesse rifatto Ambarabacicicocò. Cosa che per il momento non è successa. Godetevela: dietro un motivetto stra-commerciale, c’è un bella persona, e per rimanere nella musica, anche un bel testo.

11 Raphael Gualazzi – Carioca Cito Elena Mariani, che seguo su Instagram per definire il Gualazzi che emerge da questa canzone: “Gualazzi è la forma umana di Sebastian della Sirenetta”.

10 Rancore – Eden La parte che mi è piaciuta di più di questo brano, è lo zampino di Dardust, presente in diversi pezzi questo Sanremo. Ha reso speciale quello che rischiava di rimanere solo bello. Bravissimi.

9 Irene Grandi – Finalmente io Ennesima dimostrazione che non potrei mai fare il lavoro di un discografico, perché se mi fidassi solo della mia prima impressione, non si canterebbe più nemmeno nelle recite scolastiche. Non mi era piaciuta per niente, mi era sembrata fuori posto, ripetitiva. Trovo invece questa sua posizione in classifica, onesta.

8 Achille Lauro – Me ne frego Dirò tutto completamente nella seconda parte di questo mio piccolo pezzo, ma rimanendo negli spazi del momento dirò: fantastico. Si ripresenta, Achille, con un pezzo simile nel genere, essendo un genere, a quello dell’anno scorso. Il personaggio è però anni luce avanti.

7 Elodie – Andromeda Avevo perso il contatto con la reale natura di questa artista per due motivi. Il primo è che viene dal programma di Maria De Filippi (e con il senno di poi posso chiedermi: e con ciò?). La seconda, che fortemente mi ha ingannata più della prima è che quelle come lei, bel viso, corpo statuario, è come se dovessero fare uno sforzo in più per dimostrare di non essere solo una bella statuina, con una bella vocetta. Ma una forte personalità, con una grande voce, e una forza interpretativa come le sue, ci mettono poco a venire fuori. Se non siete convinti, ascoltatela ad occhi chiusi e non fatevi ingannare.

6 Tosca – Ho amato tutto Qui, invece la classifica, non l’ho capita.

5 Piero Pelù – Gigante Il titolo la dice grossa su di lui. E chi se lo aspettava? Pezzo davvero gigante, interpretazione degna degli anni 80.

4 Le Vibrazioni – Dov’è Non potevano che stare qui. Non tanto per gusto mio personale quanto per onestà nei confronti dell’andamento del Festival. Bravi dai, ma non da podio. Va bene un passo indietro (sono sicura che vada bene anche a loro).

3 Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr “In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr”. Già questo basterebbe. I Pinguini sono di una simpatia ed autenticità rara. Sarà che sono un gruppo e mi sembra che si divertano proprio mentre quello che fanno, e lo fanno anche bene. Sembra di sentire gli amici che provano in saletta, ma per genuinità, non per inesperienza. Amati.

2 Francesco Gabbani – Viceversa Faccio un grosso sforzo ad essere onesta intellettualmente: il motivetto è carino. Ma purtroppo più forte dell’onestà, è la voglia di non voler vedere la palma in mano a chi pecca di presunzione.

1 Diodato – Rumore Ho 55 buoni motivi per dire che questa canzone doveva vincere. Ne dirò meno. Diodato è un artista non (ancora) mainstream, dolce, sensibile, bravo e che ha scritto una bella canzone. Doveva vincere lui e grazie alle sue capacità, ci è riuscito

 

Ma tiriamo le somme su cosa questo Sanremo ha significato…

 

Sembra pazzesco che da un fenomeno di costume possano impararsi così tante cose, ma così è stato per la sottoscritta. Non so se perché ho dormito poco da martedì a sabato per seguire tutto, o perché mi sono talmente tanto divertita che a momenti la mattina, maledicendo la sveglia, mi chiedevo se la notte prima fossi stata a Sanremo davvero.

Gioie e dolori intendiamoci.

Quindi se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, farò una leggera digressione su quello che una giovane, giovanissima (lasciatemelo dire) 35 enne ha percepito.
La prima cosa che mi ha stupita, è stata: ma davvero Achille Lauro è il nemico numero uno? Perché ha dei costumi? Perché manda avanti il personaggio e non la persona  mentre canta, interpreta? In questo periodo particolare, c’è dietro di lui, a fianco a lui, il genio creativo di Alessandro Michele di Gucci, che ha reso i suoi costumi per questa messa in scena meravigliosi, spettacolari.
Un personaggio androgino ho notato, disgusta più di tutte, le persone over 50, ho notato, e quelli ancora più over.

Mi viene da dire: ma veramente? C’eravate quando c’era Jareth in Labyrinth, interprato da un MAESTRO quale David Bowie? Sì, c’eravate. E, un momento: Frank’n’Furter interpretato dal sogno, Tom Curry in The Rocky Horror Picture Show, me lo sono sognato?

Forse queste generazioni hanno le gambe corte con la memoria, o forse erano troppo impegnati a dilapidare tutto ciò che c’era di edibile negli anni 80 e 90 ( lo dico spesso a mia madre… chi non aveva i soldi in quegli anni, non li voleva, perché ce ne erano per tutti. E lei conferma per cui, non sono solo ricordi di bambina i miei).
Poi però quei soldi sono spariti, i tempi sono cambiati, ma sapete cosa è successo?
Che noi un po’ ci siamo pianti addosso. Un po’quando possiamo, diamo addosso a quelle generazioni che si sono mangiate il nostro futuro, però, accidenti, grazie per averci lasciato qualcosa almeno nei negozi vintage!
E ci è rimasta un’altra cosa, bella forte, che ho percepito anche grazie a Sanremo.
Siamo diventati “quelli che” preferiscono non uscire la sera, per stare soli sul divano o a letto, a leggere, a guardare il mondo con invidia e curiosità dallo schermo di un computer o da un cellulare, a guardare delle serie TV, sì.
Ma provate a dire “Gruppo di ascolto di Sanremo”. Chiedete in giro. Non avete idea, se non siete già di un gruppo di ascolto, di quanto ci siamo ritrovati per la musica e per divertimento.
Se non ne avete fatto parte, fatevi una promessa: l’anno prossimo trovate qualcuno con cui condividere questa esperienza  e vedrete quanto ne sarete felici…

Perché Sanremo è Sanremo, e perché la musica è bella sempre: che sia di nicchia, che sia un evento di costume.

Nessuno scrive musica se non per un fine solo: comunicare.

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