Malgrado tutto ciò, noi – ovvero il suddetto italiano, uno sbarbino ungherese alle prime armi e una provvidenzialmente fascinosa ragazza rumena – abbiamo deciso lo stesso di provarci. Malgrado gli altri ragazzi del corso ci avessero abbandonati in favore di altri club meno pretenziosi. Malgrado gli inglesi davanti a noi continuassero a scalpitare e a profetizzare che la fila fosse troppo lunga per poterci fare entrare tutti. Malgrado sì che il Multikulti a Berlino va forte, ma il nostro assortimento non è che fosse proprio dei migliori. Malgrado si vedesse lontano un chilometro che la nostra prima barba ce la fossimo fatta non troppo tempo prima.
In realtà, non ci abbiamo messo poi troppo a procedere, passo dopo passo, sulla nostra Via Crucis, fino alla porta d’ingresso. E lì è cominciato il bello. Lì abbiamo potuto guardare Sven negli occhi. La tensione ha iniziato a schiacciare forte sulle tempie e la tentazione di scappare via urlando “ok, scusa, non ci entro qua, vado da un’altra parte, ho capito” è diventata sempre più forte. Quando ci siamo trovati a qualche centimetro dal famigerato Sven la vista ha iniziato ad annebbiarsi. Immaginate di essere squadrati da capo a piedi per due minuti buoni sapendo che qualche migliaio di persone dietro di voi vi sta fissando sperando che i bodyguard vi scaraventino verso l’uscita.
Immaginate ora la sorpresa quando Sven ci ha fatto segno di entrare. Noi? Al Beghain? Non può essere vero. E invece sì. L’inevitabile perquisa, che a Berlino non manca mai, e via!, catapultati dentro questo apparato digerente di corridoi stretti, stanze buie e immensi atri che sembrano non avere un soffitto. Oltre ai due palchi, quello principale, e il Panorama Bar, ovunque continuavano a spuntare divanetti, sedie, salotti, bar, scale, stanze completamente buie. Un dedalo del vizio e del peccato. L’atmosfera era infatti già calda. La seratina non era manco una delle solite: a parte una manciata di dj più o meno famosi, in programma stavano anche niente meno che sua maestà Jon Hopkins e l’ottimo duo americano Blondes, usciti con un disco imponente a inizio 2012.
Il vero apice della serata c’è stato però con il dio britannico. Arrivato quasi di soppiatto, si è fatto subito sentire. Inutile scomodare parole come genio per un’artista che ha saputo creare, live ovviamente, un mix perfetto tra quella che è la propria visione musicale (molto raffinata e, a tratti, fighetta) con le necessità da dance floor di chi è venuto lì per dimenare braccia e gambe. Un live che ha lasciato tutti di stucco e pieni di soddisfazione. Tutti su al Panorama Bar, però, che, dieci minuti dopo la fine del suo live, hanno cominciato i Blondes. Qui l’atmosfera ha iniziato a farsi un po’ troppo da after party per i gusti di molti. I due americani hanno deciso di fare semplicemente quello che si trovano più a loro agio fare. Il ritmo è rimasto quindi quasi sempre così lento che anche i ballerini più fantasiosi hanno dovuto limitarsi a ondeggiare solo un po’.
Difficile, se non impossibile, spiegare tutto quello che è successo quella sera dentro le spesse mura del Berghain. Così come all’interno è vietato fare foto, altrettanto immorale mi sembra scendere nei dettagli più fini. Per avere un’idea generale, però, si può provare a immaginare un’atmosfera bollente in cui, però, non manca mai l’aria per respirare e lo spazio per muoversi; popolata da persone che spaziano dal jeans e la felpa ai costumi di pelle a tema fetish; dove ognuno balla per sé e nessuno fa niente di sbagliato finché al centro dell’attenzione resta la musica.
Immaginate tutto ciò e, se vi capita di sentire o leggere qualcosa di assurdamente strano sul Berghain, potete stare tranquilli che è vero al 100%. FAQ BERGHAIN
Il nome stesso non ha un significato diretto in tedesco, ma potrebbe derivare da una combinazione dei nomi dei quartieri in cui il club si trova: “Berg” (montagna) e “hain” (bosco). Quindi, una possibile interpretazione potrebbe essere “montagna del bosco”.
Entrare al Berghain non è semplice e la scelta dell’abbigliamento gioca un ruolo importante. Sebbene non ci siano regole ufficiali, il dress code è piuttosto specifico e riflette l’atmosfera del club. Ecco alcuni consigli su come vestirsi per avere maggiori possibilità di entrare:
Abbigliamento scuro e minimalista: La maggior parte dei visitatori indossa abiti neri o scuri, preferibilmente semplici e senza troppe decorazioni. L’idea è di evitare abiti troppo appariscenti o “da festa”, come quelli brillanti o troppo colorati.
Look urbano e non troppo elegante: Abiti comodi ma stilosi, come giacche di pelle, pantaloni neri, t-shirt o camicie nere, jeans o pantaloni aderenti sono molto comuni. Evita abbigliamento troppo formale o troppo casual (ad esempio, tute da ginnastica troppo appariscenti).
Semplicità e funzionalità: L’attenzione è sulla musica e sull’esperienza, non sull’apparenza. Evita look troppo sofisticati o da club tradizionale. Meno è meglio: abiti minimalisti sono generalmente preferiti.
Accessori discreti: Gli accessori dovrebbero essere semplici. Occhiali da sole neri, cappelli, o gioielli non troppo vistosi sono accettati, ma senza esagerare.
Look “underground” o “alternative”: Il club ha un’atmosfera alternata e “underground”, quindi l’abbigliamento dovrebbe riflettere un certo spirito di ribellione e non conformità. Un look più “punk”, “goth” o “industrial” può essere appropriato.
In generale, cerca di evitare di sembrare troppo “da turista” o troppo orientato alla scena di un club tradizionale. Il focus di Berghain è sulla musica e sull’esperienza, quindi l’importante è vestire in modo che non sembri che stai cercando di farti notare, ma piuttosto di far parte di un’atmosfera collettiva.
Il Berghain è uno dei club più iconici e rinomati al mondo per la sua scena musicale, specialmente nel genere della musica elettronica, techno e house. Molti DJ e produttori famosi hanno suonato al Berghain, e la sua programmazione è nota per essere di altissimo livello. Ecco alcuni dei DJ e produttori che hanno esibito al Berghain:
Ben Klock – È uno dei residenti più noti del Berghain. Il suo stile è profondo e ipnotico, ed è uno dei principali artefici della fama del club nella scena techno.
Marcel Dettmann – Anche lui è un altro DJ resident e una figura di punta della scena techno di Berlino. Il suo suono è grezzo e minimalista.
Richie Hawtin – Il DJ e produttore canadese, famoso per il suo lavoro nella techno minimale, ha spesso suonato al Berghain, ed è una figura centrale della musica elettronica globale.
Dixon – Il DJ tedesco è noto per il suo stile house sofisticato e melodico, ed è stato un ospite regolare al Berghain.
Sven Väth – Un’icona della scena techno tedesca, fondatore dell’etichetta Cocoon e noto per le sue esibizioni energiche.
Nina Kraviz – La DJ russa è famosa per il suo stile che mescola techno, acid e house, ed è stata ospite più volte al Berghain.
Ricardo Villalobos – Il DJ cileno-tedesco, una figura leggendaria nella scena minimal techno, ha suonato al Berghain in numerose occasioni, ed è uno dei preferiti dal pubblico.
Laurent Garnier – Il DJ e produttore francese ha suonato al Berghain, portando il suo stile house, techno e electro, ed è molto rispettato nella scena internazionale.
Jeff Mills – Un pioniere della techno, noto per il suo stile veloce e futuristico, ha eseguito diverse performance al Berghain.
Object – Conosciuto per la sua musica techno industriale, ha avuto performance memorabili nel club.
Oltre a questi, molti altri artisti emergenti e noti nel panorama della musica elettronica, sia techno che house, hanno avuto l’opportunità di esibirsi al Berghain. La sua programmazione è continuamente in evoluzione e il club attira DJ di fama mondiale grazie alla sua reputazione come uno dei templi della musica elettronica.
Il Berghain ha due principali sale per la musica, ma c’è anche un’area separata che contribuisce all’atmosfera unica del club:
Berghain (sala principale): Questa è la sala più grande e famosa, dove si suona principalmente techno. La sala è enorme e ha una capacità di circa 1.500 persone. La sua acustica è leggendaria, ed è una delle caratteristiche più distintive del club. La pista da ballo è di solito il cuore pulsante del Berghain, con bassi potenti che fanno vibrare l’intero spazio.
Panorama Bar: Situata al piano superiore, la Panorama Bar è la seconda sala principale del Berghain ed è famosa per la sua musica house e per l’atmosfera più “soulful” rispetto alla techno più dura che caratterizza il Berghain. La sala ha una vista spettacolare sulla città, con ampie finestre che danno il nome alla sala stessa (“Panorama”). La sua capacità è più piccola rispetto al Berghain, ma ha comunque una scena molto energica e una delle migliori acustiche.
Kater Blau (area esterna): Sebbene non sia una sala “ufficiale” del Berghain, l’area esterna (dove si trova un bar e spazi all’aperto) offre un’opportunità di rilassarsi fuori dalla pista principale e viene spesso utilizzata per creare una connessione tra l’interno e l’esterno del club.
Quindi, pur avendo due sale principali – il Berghain e il Panorama Bar – l’intero spazio del club è progettato per creare diverse esperienze musicali e atmosferiche. Ogni sala offre una diversa vibrazione e genere musicale, ma entrambe contribuiscono a creare quella che è l’esperienza unica del Berghain.
