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Lo Sfascio Dei Mass – Media

Che senso ha far rimbalzare sulle cronache nazionali nel Giorno della Memoria una scritta antisemita su un muro di una casa, seppur di una ex-deportata nei lager nazisti? È un po' come se uno scrivesse sul muro del municipio "ASSESSORI LADRONI" non condividendone le operazioni truffaldine di gestione della 'cosa pubblica' (ma forse questa è già un tantino più umana e comprensibile dell'altra scritta): quale risonanza di cronaca avrebbe mai?

Lo Sfascio Dei Mass – Media

Premessa

Che senso ha far rimbalzare sulle cronache nazionali nel Giorno della Memoria una scritta antisemita su un muro di una casa, seppur di una ex-deportata nei lager nazisti? È un po’ come se uno scrivesse sul muro del municipio “ASSESSORI LADRONI” non condividendone le operazioni truffaldine di gestione della ‘cosa pubblica’ (ma forse questa è già un tantino più umana e comprensibile dell’altra scritta): quale risonanza di cronaca avrebbe mai?
Non era meglio tempestivamente imbiancare il muro di vernice e seppellire assieme alla scritta criminale pure i fautori di questo ‘eroico’ gesto pittorico antiumano? Ogni anno la stessa solfa ignorante ci attanaglia. Fateci respirare aria pura!
Talvolta basta un banale colpo di spugna da passare sul cretinismo utile a debellarlo, piuttosto che fare pubblicità all’idiozia di pochi stolti, rappresentando una tattica che mette alla berlina anche la stessa informazione giornalistica nazionale, che ci perde la faccia.
In nome di cosa ?

Sa questa riflessione ho inventato un racconto di sana pianta per esprimere il mio dissenso.

Lo sfascio dei mass-media
di Bob Accio

Due ragazzini, figli di papà, han comprato da ‘Rinaldo Tutto A 1 Euro’ una bomboletta di vernice spray color nero, nel pomeriggio di venerdi. I due bastardelli, il Pierpino e il Meloncino, son poi fuggiti, alle prime luci dell’alba seguente, dalla postazione incriminata, cioè il muro che butta sulla strada e che delimita l’abitazione della vecchina Gerardina, pensionata di guerra nonché ex-deportata a Birkenau, dopo una notte passata a bere jaggermeister e red bill al Black Phascià, locale frequentato da oscuri individui prossimi all’area d’estrema destra cuneese, appartenente al figlio dell’ex-sindaco della Legan, Dino Destrozzi.

A quell’ora il Marcolin e il Romualdo, due pensionati che si levano alle 05:00 del mattino ogni buon dì per farsi il solito cicchetto di Vecchietta Romegna e spipparsi due o tre cicche per colazione al bar di Mario Brianza, il 50enne loro amico e barista padrone del locale posto lì fuori la stazione dei tram, hanno assistito in diretta al losco fattaccio.
I due giovani, in evidente stato confusionale, non han tenuto conto del passaggio sull’altra sponda del viale dei due mattinieri pensionati, i quali son stati testimoni inconsapevoli dell’oscena scena.
Informato il barista, questi immediatamente è uscito dal bar onde constatare quanto riferito dai due amareggiati avventori ed, alzate d’istinto le braccia al cielo maledicendo il duce e la falange, è corso solerte ai ripari. Rientrando nell’esercizio commerciale ha riempito un secchio d’acqua bollente e con le sue spalle larghe ne ha gettato il contenuto ovviamente sulla scritta, sperando in tal modo di cancellarla.
Essendo stato inefficace il gesto di pulizia, il Brianza, Marcolin e Romualdo telefonano al Greppia, proprietario del negozio di vernici 5 Km. distante dal bar del Brianza di fronte al muro della Gerardina.
Il Greppia con voce assonnata risponde loro che potrà raggiungerli per le ore 07:00, in quanto c’è alta neve su in collina e deve spalare il vialetto di casa per liberare l’auto; mentre i mezzi comunali sono già all’opera in quel tratto stradale impervio che conduce alla bassa.
Nessuno dei presenti nel bar aveva fatto caso a Luca Faina, nascosto dietro le casse di vino ad origliare.

Il 66enne Luca, fannullone del quartiere, disoccupato e con la minima pensione accreditata in banca, alzata a 780 sacchi dal dimissionario Di Maio, nonché proprietario della casa dei furono suoi genitori, conduce vita da straccione povero in canna e pure in spirito; vieppiù noto ai concittadini d’esser Lo Spione al soldo della polizia.
Costui ha informato l’ex-sindaco Destrozzi dell’accaduto, comunicandogli pure le intenzioni del Brianza e soci volte a sanare il fattaccio generato dai due giovani pirla.
Fu in quell’istante che il Destrozzi, avendo compreso la sgradevole vicenda, decise, tramite amicizie milanesi in sede Rai Lombardia, per mezzo di una telefonata barocca, di passare al contrattacco e al solo scopo di approfittare della stupidaggine altrui perorando il personale tornaconto.
Eccolo toccare il tasto giusto in suo favore. Fermo, cauto, seduto come Toro Seduto sulla sedia stile Impero, annuendo e perso in chissà quali panorami seducenti, muove le dita tamburellando da dietro lo scrittoio, illuminato fiocamente dal lume Liberty… E in men che non si dica, la troupe Rai 1 di Milano 1 è giunta lupesca sul luogo del misfatto.

Peccato però che il Brianza, Marcolin e il Romualdo non abbiano potuto subitanei coprir di vernice quelle scritte orrende, altrimenti, se ci fossero riusciti, avrebbero evitato di urtare e scomodare la provata Gerardina e mezza Italia al seguito di quella bravata inconsulta.

Nonostante le forze estremiste del capitalismo squadrista si sforzino di colorare di nero le città italiane, assecondando l’effetto dell’anacronismo imperante e gratuito che imperversa un poco ovunque, sortiscono, vigliaccamente, il solo molesto e deprimente fine di sporcarle di sozzo grigiore cementizio, frutto infruttuoso dell’ignoranza nazional-popolar-catto-consumistica-capitalista a strozzo.

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5 risposte

  1. sono d’accordo. dare risalto a certi gesti è fare esattamente ciò che tali “personaggi” si aspettano. l’indifferenza della storia nei loro confronti [essendo la condanna già avvenuta] è la pena migliore che possiamo infliggere loro. io non avrei dato risalto. per nulla. c’è sempre qualcuno pronto a cavalcare la polemica per i propri fini politici. non diamo loro la possibilità di sguazzare in una situazione che si condanna da sola.

  2. L’ URLO, LO SCANDALO E L’ AUDIENCE
    .
    Pertinente e comprensibile l’osservazione e il disgusto di Bob-Accio su una certa deriva pseudo-informativa e scandalistica dei mass-media in merito a fatti apparentemente insignificanti o di dubbio valore informativo, educativo e di denuncia sociale.
    Una risposta, – forse, – Bob già la ha trovata nella sua frase interrogativa finale :.. “quale RISONANZA DI CRONACA AVREBBE MAI?”
    .
    Quando furono inventati i giornali, questi nacquero come semplici bollettini informativi di fatti utili alle comunità locali.
    Ben presto si scoprì che i fatti, per quanto reali, venivano interpretati e quindi giudicati.
    I fatti, cioè, per quanto apparentemente neutri, avevano e potevano assumere UN VALORE POLITICO!
    Potevano essere una cassa di risonanza di opinioni.
    Potevano, – anche i fatti, – diventare STRUMENTI DI CONSENSO!
    Ecco le tre parole chiavi che ogni strumento informativo di massa doveva applicare per ottenere audience e quindi potere:
    – DARE RISONANZA
    – A DELLE OPINIONI
    – PER OTTENERNE CONSENSO.
    .
    Questo nuovo modo di intendere la diffusione delle informazioni trova presto un propugnatore entusiasta americano di nome Pulitzer ( ora esiste anche un premio Pulitzer) che inventa i titoli accattivanti e cubitali, sottotitoli pregiudicanti, riassuntivi e conclusivi che portano il lettore inconsapevole ad una conclusione pilotata e ad una opinione preconfezionati.
    La lettura del testo diventa pressoché scontata se non superflua.
    .
    Purtroppo, i media, hanno sempre più calcato la mano sulla parte più perversa della psiche umana.
    Quella che vuole emozioni, forti emozioni, quella che vuole rumore, scandali, disastri, orrori, tanto più amati quanto più grandi, più efferati, più urlanti.
    E i media questo lo hanno fin troppo ben compreso.
    Ed allora non conta più la verità, ( a chi interessa più ormai), la separazione netta fra fatti e opinioni, la chiarezza storica, il rispetto del lettore e della deontologia professionale ( parolaccia che nessuno ne capisce il senso vero).
    .
    Ma tutto questo ha un senso.
    I media, per quanto efferati e perversi hanno un senso provocatorio e educativo!
    Perché proprio attraverso la loro più sfacciata ed eclatante disinformazione e annichilimento morale del lettore, scavano dei vuoti profondi nella dignità umana tanto ( e forse) da giungere e risvegliare nuove e sveglie coscienze, desiderose, finalmente, di cercare la verità, la propria verità, ben oltre quelle preconfezionate e edulcorate dei media, ma col proprio quotidiano sforzo di ricerca e di lenta costruzione della propria coscienza civile, sociale, umana.
    .
    Può essere così amico Bob?
    Io, con te così voglio!
    Certo, a partire da me!
    .
    Fai di ogni avversità una opportunità.
    – Mahatma Ghandi –

  3. Yeah! Ciao Epi, belli come sempre i tuoi commenti. In questo in particolare apponi sagacemente la lente di ingrandimento su alcune importanti e basilari, certo ignorate dai più, leggi dell’informazione che han lo scopo di fare strike sul lettore (quasi come se parlassimo di slogan pubblicitari) e plagiarlo secondo un’ottica superficiale e penetrante in maniera possibilista ( – Bhe, ma se lo dice la TV allora è vero!)..
    Come spieghi bene, si tende a far passare solo il lato sensazionalistico della vicenda, benché la speranza che affidi al varco educativo di questa pratica ‘a caratteri cubitali’, cioè di colmare quel vuoto presentato dall’informazione in stile Slam Brutal Death Metal, sia riservato invece ai pochi che, chiaramente, non ci vedono chiaro attraverso.

    1. SLAM BRUTAL DEATH METAL E FILOSOFIA
      .
      È interessante osservare gli effetti “educativi” del bombardamento mediatico che quotidianamente viene profuso dai vari mezzi di comunicazione di cui ci siamo ( volontariamente o meno) circondati.
      E sottolineo la funzione educativa di questa massa caotica, aggrovigliata, tendenziosa e ipocrita di informazioni e sollecitazioni, proprio nel senso etimologico del termine ” educare”.
      Educare, es-durre, tirare fuori.
      Meglio ancora: fare uscire, emergere quanto è dentro, sotto, latente e innato, pronto a manifestarsi.
      E proprio il martellamento che i media operano sulle nostre emozioni, sulle nostre capacità assimilative e interpretative giunge a dare forma e colore alle nostre reazioni, alle nostre convinzioni, alle nostre ribellioni o accettazioni.
      Ai nostri miti o fanatismi espressivi.
      .
      Perché, è ormai assodato, in questo nostro tempo di pseudo e precarie “verità”, in questo tempo di morte degli dei e dei miti, di disfacimento delle ideologie e dei pilastri immutabili etici e morali, ciò che si manifesta, che esce fuori dalle nostre confuse coscienze è CAOS emozionale, è LIBERTÀ espressiva, è TOTALITÀ della manifestazione caratteriale.
      .
      Oltre i margini delle convenzioni, dei pudori, dei luoghi comuni, dei paletti morali, ideologici o religiosi.
      Al di là del bene e del male come asseriva Nietzsche.
      .
      Mai come ora viene decantata, mostrata, esaltata la violenza.
      Violenza fisica, violenza morale e ideologica.
      Violenza verbale, letteraria, cinematografica e televisiva.
      Violenza artistica e musicale.
      Questa necessità, impellenza di violenza, di urlo, di esaltazione per manifestare di esserci, di esistere, di potere, di volere, di imporre il proprio esserci, IL PROPRIO ESSERE!
      .
      È QUESTO L’ UOMO NUOVO, LA NUOVA UMANITÀ?
      .
      Possiamo volerlo o meno, possiamo vivere o meno questo nuovo verbo comportamentale ed espressivo.
      Possiamo gioire o meno di questa strana, instabile e massacrante libertà,
      ma questa è la nostra vita, la nostra giungla splendida e feroce, tentacolare ed esaltante.
      Ma questa è l’ emergente e totale espressione della ESSENZA UMANA!
      L’ essenza dell’ uomo liberato.
      .
      Ma liberato da che?
      O da chi?
      Da millenni l’ uomo percorre una strada tortuosa, dolorosa, e condizionata verso la conoscenza di sé stesso, della sua essenza.
      DEL SUO PERCHÉ.
      Ed a condurlo, guidarlo, condizionarlo è sempre stato un magnifico e terribile demone ( dal greco: semidio) dal nome:
      SENSO DI COLPA!
      Che significa:
      paura di sé,
      autocommiserazione,
      sottomissione,
      viltà di introspezione della propria natura, delle proprie qualità e limiti.
      Che significa, soprattutto, MISCONOSCIMENTO, RIFIUTO DELLA PROPRIA NATURA, DELLA PROPRIA VOCAZIONE UMANA, DEL PROPRIO DESTINO DI COCREATORI!
      .
      Ecco allora l’ urgenza, l’ impellenza del mettersi in gioco, di afferrare a piene mani la realtà che ci sta attorno con profondità, osservazione cosciente, sforzo di lasciar cadere pregiudizi e tanto, tanto amore per la nostra e altrui libertà e verità.
      .
      Meglio essere folli per proprio conto che saggi con le opinioni degli altri.
      – Friedrich Nietzsche –
      .
      Coloro che danzavano vennero giudicati pazzi da quelli che non udivano la musica.
      – Friedrich Nietzsche –
      .
      GLI ESAMI NON FINISCONO MAI!
      – Eduardo de Filippo –

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