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Recensione : Shadows Of Steel – Crown Of Steel

Gli Shadows Of Steel appartengono a quel novero di band per le quali parlare di culto sarebbe eccessivo, ma che sicuramente sono riuscite a restare impresse nell’immaginario degli appassionati grazie a dischi particolarmente riusciti agli esordi della loro carriera.

Formatasi a metà degli anni 90, la band genovese guidata dal singer mascherato Wild Steel, dette alle stampe un esordio autointitolato di assoluto rilievo, al quale sono seguiti alcuni Ep e un meno convincente secondo lavoro prima di essere collocata in stand-by circa un decennio fa.
Crown Of Steel costituisce quindi un gradito ritorno dopo diversi anni di silenzio, durante i quali Wild Steel è rimasto comunque attivo con l’omonima band; per l’occasione è stata richiamata gran parte dei musicisti che erano stati protagonisti dei due full-length citati, con l’intento evidente di recuperare l’alchimia e le atmosfere di quegli anni.
Indubbiamente, se il trascorrere del tempo è sicuramente il più acerrimo nemico dell’uomo, è vero anche che il miglioramento esponenziale delle modalità di registrazione e della professionalità degli stessi produttori, nonché la logica evoluzione della tecnica di tutta la line-up, hanno smussato non poco le imperfezioni che erano riscontrabili agli esordi.
Se però a livello formale Crown Of Steel risulta inattaccabile, a livello di contenuti non si può dire lo stesso, nonostante si tratti di un lavoro sicuramente all’altezza della situazione e al passo con i tempi, forse perché, a fronte di una manciata di ottimi brani, manca al sound degli Shadows Of Steel quella peculiarità in grado di renderli riconoscibili all’interno del folto gruppo di band dedite oggi al power metal.
L‘album mostra il suo volto migliore nella fase iniziale, con la titletrack ad aprire le danze con le sue atmosfere vagamente maideniane che prendono il sopravvento nel finale, la successiva In The Waves Of Time, più tradizionalmente vicina alle atmosfere dei Labyrinth, band con la quale è sempre esistito un legame a doppio filo a livello di line-up, e Never Say Goodbye, dal chorus capace di fissarsi a lungo nella memoria e con ciascun musicista capace di mostrare compiutamente le proprie doti.
Da Nightmare in poi i brani si susseguono in maniera sempre piacevole ma non indimenticabile, probabilmente a causa della prevalenza dell’aspetto melodico e di una conseguente maggiore fruibilità ma, nel contempo, meno capace di penetrare in profondità rispetto a quanto accaduto nelle tracce iniziali; è innegabile comunque che tutto ciò agli appassionati di power “tout court” potrà apparire più un pregio che un difetto, soprattutto se visto alla luce di una prestazione complessiva, come detto, oltremodo soddisfacente.
In definitiva, il ritorno degli Shadows Of Steel si rivela tutt’altro che un’operazione nostalgica, superflua o priva di spessore, fermo restando che l’eccellenza del genere, almeno per ora, si colloca ancora qualche passo più avanti.

Tracklist:
1. Crown of Steel
2. On the Waves of Time
3. Never Say Goodbye
4. Nightmare
5. The Light in Your Eyes
6. Outsider
7. Recall
8. Cast Away

Line-up:
Wild Steel – Vocals
Andrew McPauls – Keyboards
Ice Reaven – Guitars
Yackson – Guitars
Steve Vawamas – Bass
Frank Andiver – Drums

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