Passati tre anni da “Wire Frame” i napoletani Sixth Minor (non più duo, ma trio) tornano a perturbare la scena elettronica nazionale (e non solo) con i nove brani di Amygdalae. Il lavoro, pubblicato ancora una volta dal collettivo Megaphone Records, riprende il sound dell’esordio per alzare ulteriormente l’asticella del livello qualitativo, travolgendoci con il suo ispirato e personale mix di elettronica, noise e rock.
L’inspessirsi di Pineal, guidato dall’incalzare della componente ritmica, dal vibrare della componente elettronica e dal timbro siderale dei synth, introduce il claustrofobico avvolgere di Thalamus (squassato dalle esplosioni di chitarra e tastiere).
Il muro sonoro innalzato da Amygdalae, precipitando in una voragine digitale ai confini del cosmo, tiene con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo, lasciando che a seguire siano gli sconfinati orizzonti di Hypoglossal e l’animo, apparentemente più disteso, della cerebrale e ipnotica Medulla.
L’angusto aprirsi di Chiasma I, invece, sfregiato da chitarre gravide di suono e forza, prosegue nel più morbido proseguire della sognante Chiasma II, introducendo il progredire, dai toni selvaggi (nella seconda parte), di Fornix. Pyramid, infine, chiude l’album con il suo intenso crescere.
Il secondo album dei Sixth Minor è una botta allo stomaco che non si dimentica facilmente. I tre musicisti, incrementando in maniera esponenziale la qualità che già era del precedente disco, danno vita a nove tracce che, combinando le dinamiche del post rock con la forza tellurica dell’industrial e la raffinatezza dell’elettronica, lasciano a bocca aperta ad ogni occasione.
Per quanto mi riguarda, i nuovi alfieri dell’elettronica italiana.
TRACKLIST
01. Pineal
02. Thalamus
03. Amygdalae
04. Hypoglossal
05. Medulla
06. Chiasma I
07. Chiasma II
08. Fornix
09. Pyramid
LINE-UP
Renato Longobardi
Andrea Gallo
Francesco Giuliano