Ad aprire l’album è Eser che, con il suo sound giocato su chitarre e ritmica, si trasforma da pacato e sottile a rapido e nervoso, introducendo le atmosfere più cupe, tetre e pesanti di Blackwood (dubstep raffinata che non rischia mai di diventare brostep dozzinale). Frozen, in terza posizione, avvolge con il suo animo algido e asettico, definendo paesaggi sonori carichi di fascino e malinconia, mentre Etif, contrapponendo tensione ed aggressività a morbidezza e pacificazione, costruisce sia impreviste tempeste sonore in grado di spazzare via tutto che inaspettate bolle di distensione totale. Last Day On Earth, brevissima e quasi impercettibile, lascia spazio alla follia disgregata di Hexagone e ai freddi e misurati crescendo di Greyhues (come perdersi in un deserto di ghiaccio sconvolto da venti artici). Outro, infine, più calda e confortevole, chiude il disco su umori più rilassati e delicati.
Gli otto brani proposti dai due musicisti, caratterizzati da un post rock ampiamente sporcato dall’elettronica (dubstep, industrial, glitch), convincono in ogni loro parte. Potremmo dire che assomigliano a un incrocio riuscito fra 65daysofstatic e Aucan, ma la realtà è che, semplicemente, ci troviamo di fronte a un disco in grado di affascinare e coinvolgere, senza mai stancare o deludere.
Tracklist:
01. Eser
02. Blackwood
03. Frozen
04. Etif
05. Last Day On Earth
06. Hexagone
07. Greyhues
08. Outro
Line-up:
Andrea Gallo
Renato Longobardi