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Recensione : Sleaford Mods – Chubbed Up – The Singles Collection

I Sleaford Mods sono unici e fantastici, sono pugni nella faccia, sono le cariche degli hooligans dell'ottocento e dei bastardi di strada attuali, calati nel surreale modus vivendi inglese.

Duo inglese di rap minimale, o punk in versi, dipende da cosa preferite.
Rabbia, noia, urgenza di dire cose senza passare per un addestramento musicale, il tutto in una maniera squisitamente britannica. Solo la cara e vecchia Britannia riesce a far uscire la rabbia in una certa maniera, per poi metterla su di un disco.

Chubbed Up è la raccolta dei 7” dei Sleaford Mods usciti per varie case discografiche, tra cui anche la Matador. I Sleaford Mods sono un gruppo che impressiona per forza, veemenza e cose da dire, su un tappeto molto minimalista.
Al principio fu Jason Williamson di Nottingham, che si mise ad inveire su di un supporto fonografico: sarà stato il lavoro merdoso, la situazione in famiglia, fatto che sta l’avventura comincia.
Jason si trasferisce a Londra, per poi tornare a Nottingham nel 2009, quando incontra Andrew Fearn, che diventa la parte musicale del progetto producendo il quinto cd autoprodotto “Wank”.
Da quel momento il duo viene chiamato per festival e concerti vari, firmando per la strana combriccola punk Harbringer Sound, che dà alle stampe il vinile “Austerity Dogs” dall’ottimo riscontro sia di pubblico che di critica.
Nel 2014 esce sempre per Harbringer il disco “Divide and Exit” che li consacra dentro e fuori dal Regno Unito.
I Sleaford Mods sono uno dei gruppi più incazzati in circolazione: la forma musicale è davvero funzionale al tutto, poiché fornisce ancora più forza alle parole buttate sull’asfalto da Williamson.
Il tappeto musicale è minimalista ma non è per negligenza bensì per scelta ben precisa, poiché le musiche dei Sleaford Mods vengono dal punk, dal mod, dal rap e dalla dance; ma prima di tutto viene la parola e la sua forza, per descrivere un’Inghilterra che si tiene paurosamente aggrappata a qualcosa, come un ubriaco fuori dal pub.
I Sleaford Mods danno voce a tutti coloro che pagano la tanto decantata flessibilità inglese, descrivono le casette male illuminate e la merda che si nasconde dietro il vestito da festa inglese.
Tutto ciò viene fatto con le modalità ribellistiche tipiche della Britannia, ovvero rielaborando in maniera unica varie tendenze allogene e portando vecchie mode ad un altro livello.
I Sleaford Mods sono unici e fantastici, sono pugni nella faccia, sono le cariche degli hooligans dell’ottocento e dei bastardi di strada attuali, calati nel surreale modus vivendi inglese.
Li trovate nel catalogo Ipecac insieme agli Isis (si può ancora scriverlo) e tanti altri mostri musicali.
Mike Patton, grazie come al solito.
Rabbia e stile.

Tracklist:
1. Jobseeker
2. 14 Day Court
3. Black Monday
4. Jolly F_cker
5. Tweet Tweet Tweet
6. Bambi
7. Routine Dean
8. Scenery

Line-up:
Jason Williamson – Voce
Andrew Fearn – Musica

SLEAFORD MODS – Facebook

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