“La scia che le lumache emettono al loro passaggio è per lo più densa e vischiosa, in grado inoltre di intrappolare qualunque forma di microvita incontrino … o ascoltino.”
Feral esplode dopo “Terminus”, regalandoci un distillato di bave, non distante da quello che i rospi elargiscono per dare visioni e creare dipendenza. Ora raggiante ora tellurico, il suono che ne esce aiuta le melodie vocali , pulite e rassegnate, ad un fato inespugnabile in cui le dissonanze giocano con il ritmo.
L’improbabile Boogie Blues di Come Home irradia la traccia spoiler appena uscita (Building a Haunted House) iniziando a dare più sensi di ascolto del cd in questione. Direi infatti che il fulcro è proprio presente in queste due tracce, generando quanta più schiuma esca dalle chitarre raffinate di Mark.
Derail aiuta anche a capire come gli incastri sincopati possano simpatizzare per la melodia vocale, mentre le chitarre sempre più strozzate danno un po di tregua nella successiva Psylocibe per finalmente aprirsi in meritati crescendi nella seguente Smoke the Deathless.
Siamo comunque approdati ad un ciclico punto di partenza perché lontani dall’energia magnetica del precedente lavoro in cui sembrava davvero di essere approdati su un Marte acido, rosso e fervente, accostabile quasi al film “Atto di Forza”.
Feral, seppur più epico e facile all’ascolto riporta con i piedi a terra, di una consistenza scivolosa , ma non per questo ascendente. Ci troviamo pur sempre in un bosco a cercare funghi !
Tracklist:
1.Building A Haunted House
2.Smoke The Deathless
3.A Mustard Seed
4.Thou Art That
5.Born In Captivity
6.Derail
7.Psilocybe
8.Come Home
Line-up:
Mark Johnson – guitars, lead vocals, keys
Matt Lynch – bass, keys, vocals
Marty Dodson – drums, percussion, vocals