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Recensione : Soley – Ask The Deep

L'impronta del sound islandese è presente, ma la personalità di Soley è ben chiara fin dal primo istante

L’islandese Soley, dopo aver lasciato i Seabear e aver intrapreso la carriera solista (già un disco e due ep in curriculum), ritorna, sempre per Morr Music, con Ask The Deep. L’album, più corposo ed elaborato rispetto ai precedenti lavori, si concentra su un folk/pop spesso interessato all’elettronica e all’individuare soluzioni sonore meno convenzionali.

Il binomio pianoforte/voce dell’iniziale Devil, crescendo lentamente e coinvolgendo pian piano sempre più strumentazione, si pianta nel cuore fin dal primo ascolto, travolgendo con la sua intensità, mentre Aevintyr, tra percussioni contenute, synth sempre pronti ad abbracciare ed emotività in aumento costante, introduce il flebile battito cardiaco della tenue e fragile One Eyed Lady.
I trentaquattro secondi di Ohlijod, invece, introducono l’accarezzare sognante di Halloween, lasciando che a seguire siano la solarità rilassata di Follow Me Down e il brillare vivace, tra percussioni, pianoforte e molto altro di Breath.
Lo spirito cupo e funereo di I Will Never, infine, guidato dalle note di organo e dal lento cantare, si scioglie di fronte al morbido procedere di Dreamers e al timido concludere della intima e solitaria Lost Ship.

Con questo nuovo lavoro, la cantautrice islandese lascia gli ormeggi e si lancia verso nuove direzioni. Il risultato è un qualcosa di assoluto valore, fatto di ottime scelte melodiche, minuziosa cura per gli arrangiamenti, testi per niente scontati. L’impronta del sound islandese è presente, ma la personalità di Soley è ben chiara fin dal primo istante. Un disco riuscito e di assoluto valore.

Tracklist:
01. Devil
02. Aevintyr
03. One Eyed Lady
04. Ohljod
05. Halloween
06. Follow Me Down
07. Breath
08. I Will Never
09. Dreamers
10. Lost Ship

SOLEY – Facebook

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