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Recensione : SolNegre – Annihilation of the Self

Annihilation of the Self è un ep in cui le più nobili fonti di ispirazione dei SolNegre vengono convogliate all’interno di un tessuto musicale costantemente in divenire e privo di smagliature, ruvido e compatto ma, allo stesso tempo, malinconico e melodico come deve essere il migliore death doom.

The Spiral Labyrinth degli spagnoli SolNegre era stato uno dei migliori album death doom usciti nel 2023, cosa tutt’altro che sorprendente nonostante si trattasse di fatto di un esordio, essendo frutto del talento di due musicisti ben radicati nella scena come il bassista Guillem Morey e il chitarrista Samuel Morales; si parla infatti di due membri fondatori degli Helevorn, con il primo che ne ha fatto parte fino a Compassion Forlorn e il secondo che ne è invece uscito dopo aver suonato sullo splendido Aamamata.

Dopo un lasso di tempo relativamente breve, come lo sono otto mesi specialmente in un sottogenere in tutti i sensi dai ritmi molto compassati, la band balearica si ripresenta con questo ep composto da una sola lunga canzone più intro, per una ammontare di circa ventitré minuti di rara bellezza.

Annihilation of the Self tratta, come ampiamente suggerito dal titolo, tematiche legate alla cancellazione del pensiero individuale a seguito della manipolazione praticata da parte di movimenti religiosi o politici, e non solo (pensiamo anche ai danni derivanti dall’incapacità di filtrare adeguatamente le informazioni da parte di una fetta consistente della popolazione); dal punto di vista musicale ne deriva, di fatto, un mini concept in cui le più nobili fonti di ispirazione citate dai SolNegre in sede di presentazione (alcune prevedibili, come Edge of Sanity, Opeth, Mi Dying Bride e Swallow The Sun, altre meno come i Rush) vengono convogliate all’interno di un tessuto musicale costantemente in divenire e privo di smagliature, ruvido e compatto ma, allo stesso tempo, malinconico e melodico come deve essere il migliore death doom e la cui brusca interruzione finale lascia uno straniante senso di vuoto.

Nel segnalare anche le notevoli prestazioni del cantante Miguel Serra e del batterista Tomeu Crespi, oltre che dei preziosi solos offerti dall’ospite Carolina Martín, resta solo da aggiungere che Annihilation of the Self dimostra ampiamente che pur con il ridotto minutaggio complessivo di un ep è possibile offrire un’opera esaustiva e difficilmente eguagliabile per profondità e intensità.

2024 – Autoproduzione

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