No time to be (20)21. Parafrasando un celebre brano degli Adverts, il Reverendo si è scongelato dal letargo invernale e dà il benvenuto a voi discepoli/e per questo primo appuntamento del nuovo anno con la nostra consueta rubrica, “Songs The Web Taught Us“. Dopo un anno, sembra che nulla sia cambiato, la pandemia morde ancora, tra aggressive varianti e nuovi lockdown, di conseguenza i concerti fisici restano un miraggio, e allora non ci resta che proporre i nostri vaccini sonori per allietare le vostre clausure casalinghe.
Il primo che vorremmo far brevettare è rapido e indolore, e viene dalla Bay Area californiana, si chiama TOADS ed è stato messo a punto da quattro ricercatori (musicali): Anthony Bedard (batteria) Mitch Cardwell (basso) Miranda Fisher (voce) e Chris Santamaria (chitarra) tutti rodati veterani del giro indie/punk. Il quartetto ha esordito il mese scorso con un mini-album omonimo (stampato in sole 330 copie, numerate e rifinite a mano) pubblicato da Sanctuary Moon. Il 12″ presenta otto brani di breve durata, dal sound compatto, spedito e senza cali di tensione, con un’acuta sensibilità Do-It-Yourself che affonda radici e ispirazione nel punk rock, in cui si avvertono echi di Buzzcocks, Zeros e riot grrrls attitude. Fatevi iniettare una dose di TOADS, di sicuro non avrete crisi di rigetto, ma riceverete una botta di vita.
Il secondo siero arriva dalla “solita” Australia che, da sempre, è un posto che ci rifornisce di ottimo materiale. Da Melbourne ecco le BITCH DIESEL, all girl band nata nel 2016 e composta da Ruby Koomen (alias “The Stang”) alla chitarra e voce, Ashlee Pierce (alias “The Charger”) batteria e voce, e Phoebe Taylor (alias “Silver Skidmark”) al basso e voce. Questo trio tutto al femminile, però, è tutt’altro che delicato: si tratta di un “punk rock outfit” grintoso, distorto e ad alto tasso alcoolico (del resto la band si è definita “ragazze che inseguono fama e fortuna in una foschia infusa di liquore”). Le nostre hanno condiviso il palco con Cosmic Psychos, King Gizzard & The Lizard Wizard, The Courtneys e Spiderbait. Dopo una manciata di singoli, finalmente, a giugno pubblicheranno il loro album di debutto, intitolato “Bitchcraft”, che sarà distribuito da Future Folklore sul mercato europeo e americano. Girls just wanna have fuzz!
I vaccini vanno conservati in luoghi freddi, e quindi quale posto migliore della polare Svezia per quest’altra salvifica scheggia? Loro sono i DIRTS, la loro identità non è stata rivelata ma, da poco, hanno sfornato (in formato cassetta e digital album) il loro primo disco, omonimo, uscito su Neon Taste/Helvete’s Kitchen e contenente nove pezzi di abrasivo e feroce Lo-Fi garage punk registrato “in qualche buco” (come recita la loro pagina Bandcamp) su un 4-tracce in bassissima fedeltà. Se questo è il risultato, viva il mistero!
E infine, last but not least, torniamo a Vancouver (città già trattata quando parlammo dei CHAIN WHIP), e presentiamo i BAD BEATS, che propongono un garage rock ruspante, tirato su a pane e “Nuggets” (e “Pebbles“) con tanto di Fender Telecaster, armonica e organo Ace Tone d’ordinanza. Came Alexander (voce e armonica) Adam Payne (chitarra e basso) Derek MacDonald (organo) e Michael Nathanson (batteria) ci regalano questo album (il secondo della loro discografia) “Off The Hook“, uscito nel 2019 su Soundflat Records, mixato e masterizzato da Mike Mariconda (Raunch Hands, The Devil Dogs) disco che già dal titolo evoca il loro amore per il Sixties rock, coverizzando proprio il brano dei Rolling Stones che dà il titolo a questo Lp, ma si sente anche l’influenza di Who, Kinks e altra bella compagnia. Nel disco trovano posto anche una superba cover del brano “Waiting Around To Die” di Townes Van Zandt e di “Inside Looking Out” degli Animals. Hey hey, my my, garage rock will never die!
Come sempre, cari fratelli e sorelle, prendete e ascoltatene tutti, spargete il verbo e acquistate anche, se potete. Fuzzamen!